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Bonomi (Assolombarda): «Tutelare vita e lavoro per far ripartire il Paese»

Il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi condivide l’appello e le indicazioni di 150 accademici per la “fase 2” del dopo emergenza Covid-19 per «tutelare la vita e lavoro per far ripartire Paese»
Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda
Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda

«Considero l’appello dei 150 accademici e scienziati, di ogni parte del nostro Paese, il contributo più concreto ed essenziale, necessario in questo drammatico momento che stiamo attraversando». Così Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, sull’appello pubblicato giovedì su Il Sole 24 Ore.

«Lo condivo per due ordini di ragioni: la prima è che esso indica con chiarezza la necessità di un metodo da adottare per preservare al meglio la salute e la sicurezza di milioni di cittadini e lavoratori italiani. Un metodo costruito su dati trasparenti, tracciamento dei contagi, indagini demoscopiche su campioni della popolazione, che consentano restrizioni mirate dovunque sia necessario». «La seconda ragione – dice – è che considero questo metodo la base di sicurezza, alla quale ancorare una rapida ripresa delle attività economiche senza cui la sopravvivenza di reddito e lavoro è a rischio».

La lettera-appello parte da una iniziativa di Giuseppe Valditara, già capo dipartimento Alta formazione e ricerca del ministero dell’Istruzione, ed è stata sottoscritta da 150 accademici italiani.

«Si profila un quadro di fragilità e impoverimento del Paese» recita il documento, che invoca «una fase 2 che consenta di tutelare al meglio la salute dei cittadini e nel contempo rimettere in moto l’Italia».

Innanzitutto, secondo gli accademici, bisogna mettere in sicurezza i lavoratori utilizzando anche l’intelligenza artificiale, come fatto in Corea del Sud dove si è riusciti «a contenere la diffusione del virus senza bloccare l’intero sistema».

Per questo servono tamponi e test sierologici generalizzati e l’uso delle app per tracciare spostamenti e persone incontrate. Poi l’obbligo di mascherine per tutti coloro che frequentano luoghi pubblici, quarantene centralizzate (anche con uso di hotel e case vacanza). Infine, conclude il documento, «se è vero che in Italia ci sono un milione di contagiati (la maggior parte dei quali già guariti) occorre testarne la presenza di anticorpi al fine di avviarli gradualmente alla ripresa normale delle attività».