Monza-Como 1-3, Nesta e Caldirola post-partita: «Giusti i fischi della curva»

Squadra remissiva e rassegnata. Tifosi indispettiti e ironici
Luca Caldirola con la maglia del Monza
Luca Caldirola al ritorno con la maglia del Monza


La vergogna si trasforma in ironia. Complice forse anche l’assenza dei tifosi ospiti, la curva Davide Pieri reagisce schernendo più che contestando. I cori sono per Galliani (un molto ironico “Portaci in Europa”), per la squadra (qualcosa riguardo gli attributi) e per loro stessi (la consapevolezza de: “L’anno prossimo, gioco di sabato”). Sandro Nesta, molto umilmente, ha guidato il gruppo sotto la Curva: «Giusto oggi andare sotto la curva. Giusto prendermi le responsabilità come tutti. I nostri tifosi non ci hanno mai detto niente, quando sono venuti a Monzello lo hanno fatto per incoraggiarci. Possono fare cori contro tutto e contro tutti e a chi tocca se lo tiene». Le valutazioni riguardo la partita sono altrettanto meste: «Siamo partiti bene oggi, ma al primo problema come sempre ci sbricioliamo. Avevamo preparato la partita per andare a prenderli sopra con Mota e ci siamo anche riusciti, ma non possiamo prendere due gol così. Da bordo campo avverto che i giocatori sono in grande difficoltà, siamo ultimi da troppo tempo e questo pesa su tutti. Oggi sarebbe troppo facile attaccare i giocatori, ma io li difendo perché mancano tante partite e dobbiamo arrivare fino alla fine. È difficilissimo essere oggi l’allenatore del Monza. Non mi è mai capitato di perdere così tanto, ma non possono andarmene. Se affondiamo, affondiamo tutti insieme».

Parla Caldirola: “Evitiamo di perdere la dignità”

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Luca Caldirola, rientrato oggi dopo diversi mesi d’infortunio: «Ci tenevo particolarmente a questa partita, da brianzolo e tifoso del Monza. Ci tenevo a vincere perché per me è più importante delle altre. Ero fuori da un po’ di tempo e soffrivo a stare lontano dai compagni in un momento così difficile, pensando a quello che avrei potuto dare. Sto soffrendo e capisco e ritengo giusto che il pubblico ci faccia vedere il suo disappunto». Una partita così però rasenta la vergogna: «Purtroppo non siamo mai riusciti ad andare bene quest’anno. Non abbiamo trovato la consapevolezza delle scorse stagioni. Soprattutto oggi che siamo andati in vantaggio ho intravisto uno spirito diverso. Ma dopo i gol ci siamo sfaldati, come se la partita fosse già persa. Ogni anno ci sono tre squadre che retrocedono, questo è il calcio, ma quello che posso dire è che ci sono ancora sette partite e dobbiamo dare tutto quello che abbiamo senza perdere la dignità». Difficile dire da chi o da dove ripartirà il Monza. In attesa della matematica retrocessione, il rischio è di far vergognare i tifosi ancora per diverse settimane. Magari già a partire da sabato pomeriggio a Venezia, avversaria storica di tante battaglie.


L'autore

Giornalista, primo pezzo pubblicato sul Cittadino il 16 aprile 2005, da allora mi occupo di cronaca, cultura e soprattutto sport. Seguo le peripezie – è il caso di dirlo – dell’Ac Monza. La zona di riferimento è la Valle del Seveso e mi occupo delle Groane (Solaro, Ceriano, Cogliate, Misinto, Lazzate), di Barlassina e di Seveso. Nella vita civile sono telecronista e dirigente sportivo alla Robur Basket Saronno.