Le squadre di casa si sono fatte da parte. Il Trofeo 125° di fondazione, organizzato al laghetto della Boscherona dalla Pescatori Monzesi 1889 in occasione del significativo compleanno, è stato vinto dalla Asd Cannisti Muggiò. Silvano Lanfredini (primo pure nell’assoluto con chilogrammi 28.500), Marco Bressan e Ciro Radaelli si sono lasciati alle spalle gli Scarpun de Cuncuress e la Lambro 90. Solo quarta la Nuova Lloyd, prima compagine monzese (Paolo Cavalleri, Silvio Pasquali, Jack Ranzato).
Ma le vie della pesca sono infinite. Ma sempre e comunque interessanti e intriganti, soprattutto se a consigliarti il giusto cammino è un gruppo di amici accomunato dalla inestinguibile «febbre» per la pesca a mosca. Il Monza Fly, sotto questo punto di vista, è un bell’esempio.
Qui, l’amicizia è un valore importante, così come lo spirito collaborativo. Non a caso, sul rinnovato sito (www.flymonza.it), il visitatore viene ammonito dalla frase d’origine kennediana «non chiederti cosa il Fly può fare per te, ma cosa puoi fare tu per il Fly». La società di via Correggio 15/A, intanto, fa e propone. Il 1° novembre, per esempio, partirà il percorso di avvicinamento alla pesca a mosca. Per i soci veterani e per i potenziali «moschisti» di domani, inoltre, i fedelissimi del presidente Maurizio Corberi hanno allestito una serie di incontri con alcuni «maghi» nella costruzione delle esche e nell’uso della canna su fiumi e laghi. Giovedì 16 ottobre (ore 21), per esempio, l’ospite sarà Osvaldo Velo, classe 1952, milanese ora residente a Soriano sul Cimino, in provincia di Viterbo. Velo, istruttore, collaboratore di diverse testate del settore, ha anche fondato il Tuscia Fly Club. «Velo – sottolinea Corberi – è un personaggio conosciuto nell’ambiente. Si può dire che abbia dato un’impronta alla pesca a mosca. I nostri ospiti hanno sempre in comune la voglia di andar per fiumi e di conoscere le acque».
Una «filosofia» praticata senza incertezze dai due ospiti precedenti, Uberto Calligarich e Lucian Vasies. Quest’ultimo, 41 anni, è un «acquisto» recente del Fly Monza. Vasies, nato a Cluj-Napoca in Romania, laureato in ingegneria, lavora a Monza per la Roche e si è trasferito ad Arcore da poco più di un anno. Ha trovato l’indirizzo del sodalizio monzese su Internet ed è entrato in contatto con Bernardino Villa, uno dei soci. Da lì a essere invitato per una dimostrazione di costruzione di esche artificiali, cioè le riproduzioni di insetti usate appunti per attirare i pesci, il passo è stato brevissimo. Anche perché Vasies collabora con giornali specializzati in Romania, Inghilterra, Stati Uniti, Repubbica Ceca e Polonia. È designer di esche per l’azienda francese Mouche Devaux.
In Italia ha già pescato nell’Adda, nel Mera, nell’Oglio, nel Serio e nel Mastellone. La sua preda preferita è il temolo, «perché non è così aggressivo come la trota». «Da 20 anni – aggiunge – pesco solo a mosca. Sono nipote e figlio di pescatori. Mio padre gestisce un negozio di pesca in Romania Ho pescato in diverse nazioni e ho conosciuto tanti pescatori. Cechi e francesi sono davvero bravi. Ma tutti sono ossessivi e gelosi. Qui no, qui è diverso, si parla liberamente. Nemmeno noi rumeni, pur essendo latini, siamo così aperti. Qui ho trovato qualcosa che non ho riscontrato in nessun altro posto: qui mi sento in famiglia».