Primo impegno stagionale ufficiale in arrivo per il Monza che, domenica alle 17, al Brianteo, ospita il Matelica per il primo turno della Coppa Italia Tim. Si gioca al Brianteo a seguito del piazzamento del 1912 al quarto posto in campionato. I marchigiani arrivano alla competizione dal secondo posto in Serie D, a soli due punti di distacco dalla Vis Pesaro neopromossa. Il lato di tabellone presenta un eventuale secondo turno con il Padova e poi Bologna e Juventus. E il Monza, parola del presidente, vuole provare a regalarsi «Grandi stadi».
Continua la campagna e il Monza fa sapere che chi si abbona entro sabato può acquistare il biglietto per la Coppa Italia a 1 euro.
Intanto c’erano tutti, lunedì sera, alla presentazione a Monzello con la squadra di ritorno dal ritiro di Piazzatorre. C’erano i tifosi, tanti, sciarpe in mano, fumogeni accesi, cori nella voce; c’era il nocciolo duro delle ultime due stagioni, quello della straordinaria vittoria del campionato di Serie D e dell’altrettanto eccezionale quarto posto in Serie C; c’erano i giovani in crescita del ricostruito vivaio nobile monzese; c’era lo staff al completo guidato dall’allenatore Marco Zaffaroni; c’era tutto il corpo dirigente a partire dal presidente Nicola Colombo, dal vicepresidente Roberto Mazzo e dell’area tecnica con il direttore sportivo Filippo Antonelli Agomeri e il club manager Vincenzo Iacopino. E poi c’erano loro, i nuovi acquisti, i giocatori arrivati in biancorosso per migliorare la rosa e provare a confermare l’alta classifica dell’anno scorso.
Tra questi spicca il brasiliano Reginaldo («Che ci frega di Ronaldo, noi abbiamo Reginaldo», hanno intonato i curvaioli della Davide Pieri), un ex Serie A già andato in rete al debutto in amichevole domenica nella vittoria con l’Albinoleffe, ma anche il centrocampista Gianluca Barba ha avuto la sua dose di applausi, complice pure per lui la rete segnata nella stessa partita con i bergamaschi, e poi Hervè Otellè Nnanga dal Nantes, Tommaso Brignoli dall’Inter e Daniele Sommariva come secondo portiere.
Eppure ancora qualcosa è da fare: «Credo che manchino tre pedine per dirci completi – conferma il mister – Un difensore, perché al momento dietro siamo solo in sei e anche numericamente ci serve un rinforzo, un uomo da mettere lì in mezzo (a centrocampo, con possibilità di giocare sull’esterno (ma duttile, adattabile, nda) e un attaccante». Il capitolo attaccante è il più complicato: al momento in rosa c’è ancora Giuseppe Ponsat che copre un posto da Senior ma probabilmente è destinato ad altri lidi perché il Monza è alla ricerca del nome pesante. Il sogno è Daniele Cacia, che ha chiuso la stagione nel Cesena fallito, uno da 156 gol da professionista di cui 134 in Serie B. Salta fuori anche il nome di Simone Simeri del Novara. Per lui una grande stagione in D due anni fa e in doppia cifra anche l’anno scorso alla Juve Stabia in C, nel girone sud chiuso al quarto posto con la qualificazione ai playoff dove ha timbrato il cartellino nella sfida di ritorno con la Reggiana. Profili diversi, ma comunque intriganti. Per il centrocampo si fanno i nomi di Francesco Giorno dal Parma e Daniele Rocco (’98) dalla Reggiana.Ma il sogno vero è un altro: Alessio Vita. «Se lo acquistano vado a prenderlo io in auto», scherza Zaffaroni. Sarebbe un cavallo di ritorno, e che cavallo, ma soprattutto tecnicamente perfetto perché può giocare sull’esterno, in mezzo e anche da seconda punta. Il Cesena, titolare del contratto, è fallito: al Monza il compito di provarci. Il problema sarà convincerlo a lasciare la B per riabbracciare il biancorosso.