E così, anche il Calcio Monza ha il suo “American Dream”. Nell’incontro di venerdì pomeriggio tra il sindaco Paolo Pilotto, l’assessore Viviana Guidetti e i futuri boss in giacca a stelle e cravatta a strisce del club brianzolo, è stato messo nero su bianco il passaggio del testimone: fuori Fininvest, dentro Beckett Layne Ventures. Una transizione dal tricolore al dollaro che – tra sigle da spy story e clausole da romanzo – ufficializza il cambio di controllore delle chiavi dello stadio e del centro sportivo di Monzello.
Ac Monza, dalla Fininvest al fondo americano: non solo calcio, c’è la concessione di 44 anni
Insomma, non è solo un affare di calciatori: si tratta di 44 anni di concessione firmata ai tempi di Colombo (Nicola, non Cristoforo), che ora passano in mano a un fondo d’investimento americano guidato da Brandon Berger, noto per un profilo LinkedIn che vale più della Serie A.
Il passaggio burocratico, necessario per arrivare al famoso “closing”, è stato finalmente ratificato: il semaforo è verde, ora resta solo da schiacciare l’acceleratore.
Anche se, va detto, siamo ancora in Italia: prima di arrivare al traguardo ci saranno “tempi tecnici”, firme da collezionare e sigle da moltiplicare.
A oggi: 3 milioni già versati (per scaldare i motori), altri 21 in arrivo per raggiungere l’80% delle quote.
Ac Monza, dalla Fininvest al fondo americano: fuori Galliani, dentro il ceo Baldissoni
Galliani? Fuori dai giochi. Dentro, invece, Mauro Baldissoni come Ceo. E in arrivo un Cda tutto con codice fiscale italiano, perché si sa: senza codice fiscale, in Italia, neanche il campionato di Subbuteo si può fare.
Obiettivo dichiarato? Colonizzare la Brianza con eventi, brand, calcio, marketing e – ça va sans dire – Formula 1. Perché l’autodromo è un tempio, e il tempio va monetizzato.
Lauren Crampsie, socia di Berger e maga del marketing, ha già tastato il terreno tra Bergamo e la parabolica, con selfie istituzionali e cene di gala in tribuna vip.
Monza, insomma, si prepara a diventare più che la sorella minore di Milano: il fondo punta a sfidare la “milanocentricità” con un mix di calcio, eventi, sponsor e GP.
E forse anche con qualche hot dog durante l’intervallo.