Verano, estorcevano denaroa imprenditore di Besana: in cella

Verano/Besana– L’ennesima tranche richiesta in un locale di Verano è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha dato la forza a un imprenditore besanese di denunciare tutto: trentamila euro “spillati”in quattro mesi, altrimenti gli avrebbero fatto saltare l’attività. Si è concluso con un duplice arresto eseguito dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Seregno l’incubo vissuto dal titolare di una società a conduzione familiare che si occupa della gestione di giochi elettronici e slot machine con sede a Besana Brianza. In manette sono finiti B.M., desiano di 35 anni, C.P., calabrese di 41 anni con casa a Mariano Comense, e un terzo componente della banda, deceduto prima di essere raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I reati a loro imputati sono estorsione in concorso continuata e spaccio di sostanze stupefacenti anche in questo caso continuata e in concorso. I tre, alla fine rimasti in due, avrebbero avvicinato l’imprenditore besanese a Carate, Giussano e Verano nei bar che riforniva con macchinette videopoker, chiedendogli a più riprese denaro contante, altrimenti lo avrebbero rovinato distruggendo la sua attività, al contrario se avesse continuato a pagare restando in silenzio, si sarebbe assicurato una fedele protezione. Il besanese all’inizio acconsente, insomma ha paura e da maggio inizia a pagare. Passa un mese, ne trascorrono due, tre, si arriva ad agosto e a conti fatti sono ben trentamila gli euro prelevati dal conto corrente e girati ai tre furfanti. “Strozzato” dalle richieste, alla fine la vittima non ce la fa più e racconta tutto ai carabinieri. Delle indagini se ne occupano i militari del nucleo operativo e radiomobile di Seregno, che portano all’arresto dei due, non solo scoprono che la coppia riforniva di droga e eroina clienti brianzoli. L’attività investigativa ha portato a galla anche una curiosa sfaccettatura: C.P., calabrese con casa a Mariano, è stato vittima a sua volta di estorsione da parte un albanese residente a Genova e di tre italiani. I quattro sono stati denunciati in stato di libertà, avevano minacciato il marianese perché era il diretto concorrente nello spaccio di sostanze stupefacenti.
Cristina Marzorati