Varedo, villa Bagatti piaceAcquisto da 6 milioni di euro?

Varedo – Domenica 26 settembre i visitatori (oltre 960) hanno fatto la coda per vederla, in occasione dell’apertura con ”Ville aperte in Brianza”. Ora l’acquisizione al Comune della Villa Bagatti è ormai questione di giorni, ma questa operazione non convince il Pdl e in particolare per alcune concessioni che potrebbero essere accordate alla proprietà da parte dell’amministrazione comunale e che emergono dal procedere della trattativa. L’opposizione non condivide ad esempio la costruzione di abitazioni nel contesto della villa oltre alla possibilità che l’area, un tempo adibita a trotter, rimanga ai proprietari.

«Aver voluto creare in fretta e furia la fondazione – aggiunge Figini – suona tanto come una mossa puramente elettorale. Anche perché, l’intervento sull’altro importante patrimonio architettonico della città, Villa Agnesi, è ancora in alto mare. E, anche in quel caso, il via all’intera operazione di recupero fu sbandierato in pompa magna da questa amministrazione. Sono costretto a ripetermi: in questa città ci sono cittadini di Serie A e cittadini di Serie B. E’ questo il leit motiv dell’amministrazione Daniel e la trattativa per l’acquisto della Villa Bagatti non fa eccezione al modus operandi seguito in tutti questi anni». Fatte tutte queste premesse, viste le concessioni che potrebbero essere accordate alla proprietà, per il consigliere comunale di minoranza il costo di 6 milioni per villa Bagatti appare decisamente eccessivo. «Non vediamo i motivi di questa accondiscendenza verso la proprietà – aggiunge Figini – Sia ben chiaro: noi siamo favorevoli all’acquisto di un patrimonio architettonico così importante per la città. Ma ci chiediamo anche se la cifra sulla quale si sta trattando sia congrua, visto che per decenni i proprietari non hanno fatto alcun intervento di manutenzione». Arrivando di fatto a consegnare il plesso e i terreni all’acquirente nelle condizioni attuali, di forte degrado. Secondo l’opposizione quindi, si sarebbe potuto trattare su cifre decisamente inferiori. «La villa – conclude Figini – deve diventare di proprietà pubblica, ma non deve essere smembrata. Noi della minoranza siamo inamovibili su questa posizione».

Il primo cittadino ha una risposta riguardo alla parte economica, che dovrebbe essere pattuita per chiudere la vendita: «Non si tratta di una cifra campata per aria, è il frutto di una perizia tecnica effettuata da esperti». Del resto, aggiunge e chiude la discussione il primo cittadino, non è per nulla scontato che il galoppatoio venga tenuto dalla proprietà. La discussione, in questo caso è ancora aperta e tutta da definire nel dettaglio.

Pier Mastantuono