Il Messico, i migranti, il muro, le espulsioni. E ancora la lotta ai narcotrafficanti, che vorrebbero da tempo metterlo a tacere per sempre. Ma lui parla, scrive, fa sentire a gran voce la forza di chi dedica, anche con la fede, la propria vita ai diritti umani, contro violenze e soprusi. Don Alejandro Solalinde, sacerdote messicano simbolo dell’aiuto ai migranti e della lotta ai narcotrafficanti dell’America centrale, arriva in Brianza. E la sua sarà una testimonianza forte, assoluta. Don Solalinde vive sotto scorta per aver denunciato i crimini contro i migranti che cercano di attraversare la frontiera Usa–Messico.
Nei suoi 72 anni di vita il sacerdote è riuscito a togliere alla malavita dei cartelli della droga molti migranti di passaggio dal Messico, provenienti da altri stati dell’America centrale e tutti alla ricerca di una vita migliore negli Stati Uniti. Minacciato di morte diverse volte dai narcos, padre Solalinde non ha mai taciuto, tanto da essere stato costretto all’esilio, protetto da guardie del corpo volontarie. Solalinde ha anche fondato il Centro di accoglienza migranti «Hermanos en el camino» nello stato di Oaxaca, in Messico, rifugio per 20mila profughi l’anno.
I fatti di violenza e corruzione e il traffico di esseri umani sono oggi nel suo libro, «I narcos mi vogliono morto» scritto a quattro mani con Lucia Capuzzi ed edito da Emi, Editrice missionaria italiana. Nel Bosco dei Giusti, all’interno del Parco delle Groane, a Solaro, lunedì 16 ottobre ci sarà la messa a dimora di un albero e un cippo a lui dedicati. Un’iniziativa dell’associazione “Senza Confini” di Seveso, impegnata a dare visibilità a quanti lottano per i diritti umani e a regalare alla Brianza incontri con grandi testimoni del nostro tempo, con il patrocinio del Parco delle Groane e la collaborazione di “Libera” e di Rti Bonvena. Il battesimo dell’albero e del cippo per don Solalinde sarà alle 10,30, alla presenza del padre messicano. Lo stesso giorno, alle 16, a Villa Dho di Seveso, il padre sarà protagonista di un incontro-testimonianza con educatori ed operatori, mentre alle 20,45 prenderà parte a una serata aperta a tutti al centro pastorale di via Arese anche per presentare il suo libro “I narcos mi vogliono morto” alla presenza della coautrice Capuzzi.