La bellezza, oltre. Oltre l’obiettivo, oltre la sedia a rotelle. Per ritrarre le persone, così come sono, prima ancora della loro disabilità. Perché i tratti distintivi sono altri e in ogni caso la distrofia fa parte di una persona, ma non la distingue dalle altre. L’unicità arriva dallo sguardo, dai sogni, dall’anima, dalle abilità, dalla storia di ognuno. Ed è questo che i fotografi cercheranno di catturare nei loro scatti. L’Unione lotta alla distrofia muscolare, Uildm di Monza (sezione Bergna) fa ancora una volta tesoro della forte collaborazione con il fotografo Raoul Iacometti nata alcuni anni fa e divenuta con il tempo amicizia, vicinanza.
Nasce da qui “Ipotesi di ritratto” workshop che prenderà forma dal 5 al 7 novembre. Negli spazi dell’Autodromo (e del Parco) saranno allestiti set in cui a ciascuno dei 12 fotografi che hanno scelto di partecipare verrà affiancato un modello o una modella, tutti soci della Uildm, per realizzare un servizio personale. Il desiderio di Iacometti, di Gabriella Rossi, presidente Uildm Monza e Simona Spinoglio, psicologa ed educatrice che si occupa di diversi laboratori nella sede di via della Guerrina, è quello di creare relazioni attraverso l’arte fotografica. «L’ombra esiste dove la luce si scorda di arrivare», la frase che guiderà il workshop (domenica 7), «che farà delle differenze un punto di forza e condivisione» ribadiscono i promotori. E sarà un modo nuovo di normalizzare la disabilità. «Chi ritrae con una foto riesce a fare emergere cosa c’è oltre lo sguardo, dentro ogni persona – sottolinea Iacometti, classe 1961, freelance, nel 2015 “Autore dell’anno” per Fiaf, Federazione Italiana associazioni fotografiche -. Chi ritrae si porta a casa qualcosa del soggetto che viene ritratto. In questo caso la condivisione sarà anche in un pranzo insieme». L’evento sarà preceduto, il 5 novembre, da un incontro di preparazione online. Poi il ricavato delle quote di partecipazione sarà interamente devoluto a Uildm Monza.
Hanno scelto di vivere questa esperienza molti di coloro che ogni venerdì condividono uno spazio creativo Uildm, guidato da Simona Spinoglio, negli spazi della sezione monzese. Christian, un gigante di 42 anni, arriva da Lodi, ogni settimana: «Ormai da 18 anni vengo qui, le attività mi piacciono, così come condividere momenti con persone amiche. Ed è bello sperimentarsi ogni volta, proprio come accadrà ora con il casting». Con lui ci sono Paola, 56enne in una bellissima chioma rossa, da Cernusco sul Naviglio e Simone, 31 anni, da Cinisello Balsamo con due occhi trasparenti e la curiosità di vedere come va a fine questa nuova avventura. Con loro anche tre ragazzi più giovani: Gabriele, 20 anni appena, in arrivo da Limbiate con la battuta sempre pronta e lo sguardo attento a ogni dettaglio, Davide, 25 anni di dolcezza, da Paderno Dugnano pronto a lanciare un chiaro messaggio di inclusione e l’ultima arrivata in ordine di tempo nel gruppo, la grintosa Imen, giussanese di 20 anni. Tutti prenderanno parte al casting fotografico.
Tra loro c’è chi le foto ama farsele sempre, come Imen che ammette «sarà un modo per mettermi alla prova» e chi proprio preferisce stare lontana dall’obiettivo, come Paola, ma ha scelto comunque di esserci per far passare un messaggio chiaro. Così come il giovane Gabriele: «L’iniziativa è un modo per sostenere la cultura del rispetto delle persone, che non vanno identificate solo con la loro disabilità». Anche Marco Rasconi, presidente nazionale Uildm, prenderà parte all’iniziativa, nel ruolo di modello. Nel pomeriggio Iacometti lavorerà con un primo editing sul materiale prodotto. Poi le immagini verranno inviate ai modelli, che sceglieranno liberamente come utilizzarle. «Non vogliamo necessariamente farne una pubblicazione -spiega Spinoglio – ogni persona deciderà quale utilizzo fare delle foto. Anche questo è un modo per rispettare ciò che siamo».