Ucciso con tre colpi di pistolaIl fratello parlò di Paparo e Pio

E' stato un agguato in puro stile 'ndranghetista, quello avvenuto giovedì a Vimodrone. La vittima è Giuseppe Nista, 44 anni, fratello di Domenico, che ha testimoniato contro elementi di spicco della malavita calabrese di Desio, e i Paparo di Brugherio.
Ucciso con tre colpi di pistolaIl fratello parlò di Paparo e Pio

Monza – E’ stato un agguato in puro stile ‘ndranghetista, quello avvenuto giovedì mattina in pieno centro storico a Vimodrone. La vittima è Giuseppe Nista, 44 anni, pregiudicato, ucciso con tre colpi sparati da un uomo giunto a bordo di uno scooter assieme ad un complice. Il fratello della vittima, Domenico Nista, si trova in carcere, dove sta scontando 16 anni di reclusione per traffico di droga. Domenico Nista, così come i suoi fratelli, è una vecchia conoscenza dei magistrati di Monza. Nista in passato aveva testimoniato contro elementi di spicco della malavita calabrese a Desio, dove diceva di rifornirsi abitualmente di cocaina.

Altre dichiarazioni accusatorie erano state rese pubblicamente da Nista ai giudici di Monza nell’ambito del processo Paparo, in cui aveva rilasciato dichiarazioni contro Marcello Paparo e Carmelo La Porta (entrambi comunque assolti dalle accuse di associazione a delinquere, e in attesa della sentenza d’Appello, prevista venerdì prossimo). “Quando sono uscito dal carcere, mi sono incontrato con Carmine La Porta, che mi ha detto chiaramente: se vuoi lavorare (intendendo ‘spacciare’ ndr), devi stare sotto di noi”, aveva detto Nista. Il testimone, pregiudicato con un lungo curriculum criminale alle spalle e un passato da tossicodipendente, era stato ascoltato sotto la scorta di agenti in borghese, anche se non era sottoposto al regime di protezione.

“Uscito dal carcere nel 2001, mi è stato detto da gente di Pessano che conoscevo, che La Porta aveva ricevuto il ‘battesimo’ (intendendo l’iniziazione per entrare a far parte della criminalità organizzata calabrese ndr) e che quindi le cose erano cambiate”. La Porta era indicato come sodale di Marcello Paparo, che secondo l’accusa era il capo di una ‘ndrina con importanti basi a Brugherio. “Erano sempre assieme”.

La collaborazione con La Porta, tuttavia, non era mai nata. L’uomo aveva riferito di aver subito un agguato sotto casa, colpito da tre proiettili, di aver saputo di un’altra sparatoria, aggiungendo che La Porta era “attivo nel campo delle estorsioni”. L’uomo, non ritenuto attendibile dai giudici nell’ambito del processo Paparo, aveva citato un altro nome noto alle cronache locali, quello di Candeloro Pio, di Desio, coinvolto nell’operazione Infinito di luglio: “era da lui che compravo la cocaina”, aveva detto. Per l’omicidio del fratello Giuseppe Nista, gli inquirenti della procura e dei carabnieri non escludono alcuna pista. Su una cosa sono certi, è stato un lavoro da professionisti, degni della malavita organizzata.
F. Ber.