Barlassina – Traffico di esseri umani. È l’accusa per la quale nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Lentate sul Seveso hanno fatto scattare le manette ai polsi di Alexander Chuck, classe 1976, di nazionalità liberiana, e di Mariam Moses, classe 1980, originaria invece della Costa d’Avorio, conviventi, entrambi regolarmente domiciliati in corso Milano. Chuck, attualmente privo di un’occupazione fissa, dopo che in passato aveva lavorato come operaio, e Moses, che vanta esperienze professionali in qualità di badante, erano inseguiti infatti da un ordine di rintraccio a livello continentale, in quanto ritenuti inseriti e parti attive di un’organizzazione criminale di matrice africana, che si occupava di far arrivare in Europa donne nigeriane da avviare alla prostituzione.
I fatti contestati ai due si sono consumati secondo gli investigatori tra il maggio del 2009 ed il febbraio dell’anno successivo. Particolarmente raccapricciante appare la descrizione dei metodi utilizzati per costringere le vittime a sottostare ai voleri del gruppo: convinte a lasciare la terra che ha dato loro i natali con la promessa di un posto di lavoro a tempo indeterminato, le donne erano poi bersaglio di minacce di morte in caso di una loro riluttanza a sottostare alle imposizioni. Per giunta, con perfidia la banda era solita servirsi come leva delle credenze religiose e popolari delle interessate, coinvolgendole in riti e cerimonie tribali che avevano un’attinenza con la magia e facevano temere per l’incolumità personale, di quella dei propri cari e persino ad esempio degli animali cresciuti negli allevamenti di famiglia.
La cattura ha destato parecchia sorpresa tra quanti avevano conosciuto la coppia durante la sua permanenza in Brianza, che mai avrebbero pensato che quello che appariva quale un nucleo come tanti in realtà fosse coinvolto in un contesto delinquenziale di questo rilievo: va detto comunque che il giro di prostituzione sotto la lente d’ingrandimento non ha mai riguardato l’Italia, ma si è concentrato soprattutto sul suolo della Romania. Dopo il loro arresto, Chuck e Moses sono stati associati al carcere di Monza, che tuttavia costituirà solo la prima tappa del loro peregrinare nel settore dei penitenziari. I due sono destinati ad essere consegnati all’autorità giudiziaria romena: prima che questo avvenga, però, sarà indispensabile l’autorizzazione della Corte di Appello di Milano, investita dell’incombenza di vagliare l’incartamento che li concerne.
Paolo Colzani