Nova Milanese – Orti comunali: cancello d’ingresso con rete rotta. “Siamo abituati a queste intrusioni, ma nell’ultimo periodo sono sempre più frequenti e iniziamo ad essere preoccupati- racconta Alfredo Suman, dal 2001 assegnatario di un pezzo di terra in via degli Orti-. Il tempo di aggiustare la rete del cancello, che ci siamo accorti che era stato aperto un varco verticale a misura d’uomo, anche dietro le baracche. Prendessero giusto qualche pomodoro, ma il problema è che fanno disastri e dispetti. Ormai non aggiustiamo più neanche i lucchetti dei cancelli e delle baracche perché continuano a romperli: chissà cosa pensano di trovare, ma qui abbiamo solo qualche attrezzo e vestiti da lavoro, che a volte ci portano via”.

E in effetti nelle ultime due settimane, il secondo lotto di orti, quello al confine con la campagna e che conta 43 appezzamenti, di cui uno ormai da tempo incolto e pare non ancora assegnato, sebbene ci sia una lunga lista d’attesa, è stato visitato ben tre volte: c’è chi suggerisce di lasciare alzata la sbarra all’inizio della via che segue gli orari della discarica, in modo tale che anche di sera, la pattuglia dei carabinieri possa arrivare fino all’ingresso degli orti. Disillusi Alfredo Suman e Cosimo Ciccarese, che martedì mattina ha buttato via due belle zucche grandi almeno 40 centimetri, perché qualcuno ha pensato bene di tagliuzzarle.

“Il problema è che tutt’intorno c’è campagna, per cui una volta che qui non c’è più nessuno, chiunque può venire a fare danni: quest’inverno le nostre baracche sono diventate dei bivacchi di fortuna contro il freddo, ma oltre a dormire avevano anche sporcato in giro. Per quattro pomodori non c’è problema, anzi se ce li chiedono glieli diamo anche, basta che non ci facciano danni e dispetti perché si fa fatica a tenere gli orti, metterli in ordine e far crescere gli ortaggi. Di regola quando capitano queste intrusioni, noi avvisiamo sempre il nostro referente Agostino quindi il comune, ma cosa si può fare? Lo scorso anno avevano portato via anche tutti i lavandini di acciaio”.
Anna Quartiroli