Sciopero studenti alla Don Milani«Così la scuola non funziona»

Sciopero studenti alla Don Milani«Così la scuola non funziona»

Meda – Protesta davanti ai cancelli della Don Milani. I ragazzi hanno manifestato per le numerose problematiche che affliggono il plesso principale: «Crepe nei muri; logoramento della struttura esistente; vano ascensore inadatto con una crepa dalla quale si può tranquillamente guardare fuori e dalla quale entra il freddo; mancanza del laboratorio di metodologia, importante se non fondamentale per l’indirizzo sociosanitario della scuola; riscaldamento malfunzionante: eccessivo in alcune zone, eccessivamente basso in altre; prese elettriche scoperte e pericolose; l’aula per chi non partecipa alle lezioni di religione cattolica era adibita fino a poco tempo fa a servizi igienici; in alcuni locali manca l’acqua calda».

Questi i problemi che gli studenti hanno riscontrato e messo nero su bianco, parlando della struttura scolastica di via Como. Ma l’elenco continua, con i problemi della succursale dell’oratorio: «Mancanza del laboratorio di informatica; le aule sono raggiungibili solo dalla scala esterna, escluso quando di notte la temperatura va sotto zero: a quel punto, gli accordi con la parrocchia permettono di arrivare in aula passando dalle scale interne; in alcuni locali manca l’acqua calda; logoramento generale della struttura». Ce n’è anche per la succursale di Seveso: «Buchi nei muri; infiltrazioni d’acqua da muri e finestre; quando nevica la struttura non è agilmente raggiungibile poiché non viene sparso il sale; mancano gli spogliatoi maschili per le ore di educazione fisica; in alcuni locali manca l’acqua calda».

In un periodo di grandi proteste nazionali per la Riforma dell’università, arriva spontanea quella più concreta della Don Milani di Meda, una scuola professionale provinciale che, a quanto dicono i ragazzi, soffre di problematiche importanti che rendono la vita scolastica quotidiana un inferno. «E’ nato tutto in un modo abbastanza naturale e con poca organizzazione – spiega Alessandro Isorni, rappresentante degli studenti -. Ogni plesso ha agito per conto suo: noi siamo rimasti fuori dalla scuola, all’oratorio non hanno fatto lezione ma sono rimasti dentro la struttura, mentre a Seveso hanno fatto autogestione. Tutto è nato perché la preside non ci ha accordato l’autogestione, richiesta anche per discutere e parlare della situazione della nostra scuola che, è sotto gli occhi di tutti, è in condizioni pessime».

La protesta si è ripetuta anche nei giorni successivi. Il primo giorno hanno partecipato alla manifestazione pacifica 250 persone che sono rimaste fuori, 30 invece sono rimaste dentro la scuola pur non partecipando alle lezioni, mentre 150 sono rimaste a casa.
E.San