Monza – Per colpa di una lettera dell’alfabeto sbagliata è finito in carcere. Due giorni, il tempo di scoprire l’errore e mandare in cella la persona giusta. Si è visto crollare il mondo addosso un albanese di 36 anni, da dieci anni residente a Modena, sposato, due figli, e regolarmente assunto come cuoco in un ristorante, quando i carabinieri sono venuti a prenderlo per portarlo in carcere. Tra l’altro con un’accusa pesante: sfruttamento della prostituzione nell’hinterland milanese.
Il mandato d’arresto è del tribunale di Monza. Lui si dichiara innocente, dice che a Milano non c’è mai stato. Eppure, i dati in possesso dei carabinieri tornano tutti: nome, cognome, data e luogo di nascita. Unica, piccola, ma determinante differenza, una lettera del nome, che terminava con una “n” anziché con una “m”. Il cuoco si affida ai legali che scoprono l’errore e fanno notare al Tribunale di Monza che la persona da arrestare non risiede a Modena ma a Sesto San Giovanni. Ovviamente anche le impronte digitali sono diverse.
Il Tribunale di Monza ha fatto ammenda e ha ordinato l’immediata scarcerazione del cuoco che ha ora intenzione di chiedere un risarcimento danni, anche perché ha perso due giorni di lavoro. Un caso più unico che raro che potrebbe però avere una spiegazione molto semplice: il cuoco albanese quando venne in Italia, nel 2002, denunciò di avere smarrito i documenti; non è escluso che il quasi omonimo sestese possa avergli rubato l’identità modificando solo l’ultima lettera del nome.