Monza – Potrebbe essere accostato a Carmelo Bene o addirittura a Pierpaolo Pasolini. Di sicuro Pierpaolo Capovilla è un personaggio forte, di quelli che lasciano il segno. Sarà lui ad aprire la stagione di Terra sabato 27 ottobre alle 21 al teatro Binario 7 di piazza Turati. “Esenin!” il titolo scelto per il reading che il frontman del Teatro degli Orrori propone accompagnato dal pianista di origine albanese Kole Laca. Biglietti a 12, 10 e 6 euro, ma sul Cittadino di giovedì 25 e di sabato 27 si trova un coupon che permette l’acquisto di due biglietti ciascuno a 8 euro.
Sergej Esenin è un autore russo che lo stesso Capovilla ha scoperto grazie al ricordo che Majakovskij fece del poeta un anno dopo la sua tragica morte, una orazione lirica proposta in passato proprio da Carmelo Bene. “Lo spunto mi è arrivato da Carmelo Bene – ha confermato Capovilla – grazie al quale mi sono avvicinato ai poeti russi e a Sergej Esenin in particolare. Era contemporaneo di Majakovskij e, in un certo senso, suo antagonista. Esenin era il poeta contadino, strappato dalla sua terra e urbanizzato. Cantò la campagna e soffrì moltissimo per quello sradicamento forzato. Poeta rurale, proveniente da una famiglia “antica credente”, comprese che la rivoluzione bolscevica era una rivoluzione urbana e anticontadina”.
Capovilla si cala nei panni di Esenin, ci mette passione e sicuramente saprà trasmetterla a quanto potranno ascoltarlo. Ma una reading di Esenin non risulta anacronistico in una Italia travolta da scandali e paparazzate? “Anacronistico, forse sì – ha risposto Capovilla – ma in senso filosofico: atemporale. Esenin visse fuori da ogni tempo, morì giovanissimo a 30 anni, suicidato, perché fu costretto a farlo dalla polizia russa. E a trenta anni aveva già avuto cinque mogli tra cui la famosa ballerina americana Isadora Duncan di 17 anni più grandi di lei. La seguì in America. Dopo un anno se ne tornò in Russia.” Ma perché proprio Esenin? “La mia ambizione è quella di recuperare la memoria di Esenin e di divulgare la grande poesia perché purtroppo oggi i giovani, ma non solo stanno disimparando la grande cultura. Vorrei combattere contro questa ignoranza dilagante”. Capovilla interprete, quindi, che nel leggere Esenin metterà sicuramente tutta quella passione che abbiamo già avuto modo di conoscere in tutte le performance del Teatro degli Orrori con il quale prosegue l’impegno.
“A breve – ha spiegato il cantante – riprenderemo i nostri impegni: abbiamo ancora dodici date; ne abbiamo già fatte 53 tutte registrate per arrivare alla produzione di un Live di prossima uscita”. Un’esperienza, quella del Teatro degli Orrori che già nel nome sottolinea, come dice lo stesso frontman, l’alterità rispetto ad altri. “Quello che più mi fa piacere – ha concluso Capovilla – è vedere il pubblico trasgenerazionale che ci segue. E questo lo tocco con mano, perché mi piace fare il surfcrowding e passo dai sedicenni che si accalcano sotto il palco ai trentenni, fino ai sessantenni che ascoltano più tranquilli, nei pressi del mixer”. Capovilla è così: passa dal surfcrowding ai poeti russi maledetti. Lombardo di nascita (è nato a Varese), Veneziano d’adozione, non può che essere cittadino del mondo, ma di un mondo “altero” con un accento da mettere dove meglio si crede.
Giusy Taglia