Parco di Monza e Villa reale,valorizzazione va in Consorzio

Parco di Monza e Villa reale,valorizzazione va in Consorzio

Monza – Il consiglio comunale approva, ma qualche dubbio resta. L’aula ha votato l’adesione di Monza al Consorzio pubblico Villa Reale e Parco che dovrà valorizzare in maniera unitaria i due beni. Dopo un dibattito protrattosi per alcuni mesi il sindaco Marco Mariani, l’unico a credere da subito nella bontà dell’operazione, e l’assessore Pier Franco Maffè hanno incassato un successo che ha superato le loro aspettative: la delibera ha ottenuto 36 voti a favore e un solo contrario, arrivato da Vincenzo Ascrizzi di Rifondazione comunista.

Un risultato insperato fino alla scorsa settimana, un risultato sofferto da parte di molti esponenti della minoranza, giunto al termine di un confronto che ha modificato pesantemente la bozza iniziale dello Statuto del futuro organismo tramite l’accettazione di una quarantina di emendamenti dell’opposizione e di alcuni ordini del giorno.

Sulla necessità di istituire un ente con Milano, Regione e ministero dei Beni culturali che favorisca il recupero dell’ex reggia e il rilancio del Parco gli schieramenti erano tutti d’accordo, così come lo erano nel tentare di salvaguardare il ruolo del capoluogo brianzolo. Il rischio, non del tutto scomparso, è che la nostra città venga schiacciata tra Pirellone e Roma che possono mettere sul piatto risorse notevolmente superiori.

 Le modifiche, inseguite in questi mesi da Maffè, cercano di ridurre il pericolo: il consiglio di gestione sarà presieduto dal sindaco di Monza, i quattro consiglieri di amministrazione previsti inizialmente potranno arrivare a sette e tra loro figureranno i rappresentanti della Provincia della Brianza e della Camera di commercio che dovrebbero garantire il rispetto delle istanze del territorio. C’è poi la parte economica: le concessioni in vigore nel Parco arriveranno alla loro scadenza naturale, i nuovi consorziati dovranno versare non meno di tre milioni di euro e il Comune di Milano dovrà presentare un piano di ripianamento dei debiti che ha nei confronti della nostra città.

Si tratta di un particolare non secondario visto che il conto accumulato negli anni supera i quattro milioni di euro, fatto da quote per la manutenzione del polmone verde mai versate. Il consiglio comunale non si è accontentato delle garanzie sulla carta: ha preteso e ottenuto che l’amministrazione possa recedere dall’organismo se, dopo nove mesi dalla sua costituzione, le casse rimarranno vuote e gli obiettivi statutari non saranno conseguiti.
Monica Bonalumi