Monza – Accusata di aver abusato di un bambina di otto anni, approfittando del suo ruolo di neuropsicomotricista, è stata condannata ieri a otto anni e al pronunciamento della sentenza è scoppiata in lacrime. A processo una brianzola di 29 anni, accusata dai genitori di una bambina portatrice di handicap fisico e mentale. Per lei, il pubblico ministero Vincenzo Nicolini aveva chiesto 10 anni di reclusione.
L’accusa è quella di violenza sessuale aggravata, perché commessa su minori. I fatti contestati si riferiscono a quattro anni fa, quando la giovane paziente era seguita dall’imputata presso l’Uonpia di Monza, l’unità di neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Gerardo. Dopo qualche mese di terapia di neuropsicomotricità, la bambina, che oggi frequenta la prima media, avrebbe riferito a padre e madre, una coppia di brianzoli, di alcuni strani episodi di cui sarebbe rimasta vittima da parte della psicomotricista, che non presta più servizio al nosocomio monzese.
Secondo quanto hanno denunciato i genitori, la loro bambina sarebbe stata oggetto di palpeggiamenti; comportamento che di per sé, se provato, basta ad integrare il reato previsto dall’articolo 609 bis del codice penale, che disciplina il reato di violenza sessuale. Dopo lo sgomento, i genitori hanno deciso di andare a fondo La denuncia è passata dunque sui tavoli della procura della Repubblica di Monza, che aveva avviato un’indagine preliminare, coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Nicolini, poi sfociata nel processo davanti al tribunale collegiale, presieduto dal giudice Italo Ghitti.
L’accusa si è basata sostanzialmente sul racconto della bambina, che all’epoca delle indagini preliminari non era stata sentita con la presenza di psicologhi specializzati, perché all’epoca era stata ritenuta non in grado di sostenere l’interrogatorio. Il processo, celebrato rigorosamente a porte chiuse, a tutela della privacy della parte offesa, era cominciato a gennaio dell’anno scorso, quasi 2 anni fa. In aula, è stata ascoltata la testimonianza della madre e del padre della bimba, che si sono costituiti parte civile. La neuro psicomotricista, dal canto suo, ha sempre respinto con fermezza le accuse.
F. Ber.