Paderno, uccide la conviventeL’arma è un ferro da stiro

Paderno Dugnano – Sotto torchio, non ha ancora ammesso il delitto il 52enne Paolo Zeffin, di Paderno Dugnano, fermato con l’accusa di omicidio volontario per l’uccisione di Pietranilla Sanfilippo, 55 anni, di Garbagnate. La confessione potrebbe essere l’ultimo tassello di un quadro che agli inquirenti appare comunque molto chiaro: e’ stato Paolo Zeffin, in preda ad un furioso impeto omicida, a mettere fine alla vita della donna con la quale conviveva da un anno a Garbagnate Milanese, la cinquantacinquenne Pietranilla Sanfilippo, vedova e invalida, trovata priva di vita mercoledì sera, verso le 19, nel suo appartamento. Il corpo della donna presentava sul fianco i segni di quattro violente coltellate, e soprattutto il cranio straziato da un oggetto pesante, un ferro da stiro a carbonella utilizzato come arma dall’omicida. Un brutale assassinio, avvenuto probabilmente ventiquattro ore prima. Gli investigatori dell’Arma, i carabinieri della compagnia di Rho, comandati dal capitano Luca Necci, e quelli del Gruppo Investigativo di Monza, agli ordini del colonnello Roberto Fabiani, non ci hanno messo molto ad indirizzare i loro sospetti sul padernese Zeffin, che conviveva con la vittima da circa un anno nell’appartamento di Cascina del Siolo. 

Dell’uomo, infatti, non si avevano notizie. Seguendo le tracce lasciate dal telefonino cellulare del cinquantacinquenne, le indagni si sono spostate nel Nordest. Zeffin, cognome tipicamente veneto, è originario di un paese della provincia padovana, Pontelongo, da dove provengono i genitori. Ed è proprio in questa località di poco più di quattromila abitanti, che è stato trovato il padernese Zeffin, sorpreso dai carabinieri mentre consumava una birra in uno dei bar del paese. Nelle sue tasche, i carabinieri hanno trovato contanti per 1500 euro, e due tessere bancomat intestate alla vittima, alla quale aveva preso anche l’automobile. Forse Zeffin meditava di levarsi dalla circolazione per un po’, varcando il confine orientali, e rifugiandosi in Slovenia. 

Questo però, è un aspetto che i carabinieri devono ancora chiarire, visto che, nell’immeditezza del fermo, l’uomo non ha confessato nulla. Stesso atteggiamento tenuto sino alle ultime notizie raccolte ieri pomeriggio. Zeffin è stato comunque rinchiuso nel carcere di Padova, a disposizione della magistratura locale. Del Nordest, peraltro, sono anche i figli della vittima, giunti in provincia di Milano da Udine, la loro città. I familiari della povera Pietranilla Sanfilippo, avrebbero riferito ai carabinieri di un rapporto molto turbolento tra la loro madre e Zeffin, che è disoccupato, e pare abbia problemi di tossicodipendenza. Stando ai loro racconti, il compagno della madre avrebbe avuto una personalità violenta nei confronti della vittima. Questa, afflitta da una seria patologia alle gambe, sarebbe stata in più di una occasione percossa e maltrattata. Il padernese, inoltre, sarebbe stato solito approfittarsi delle sue disponibilità economiche, allo scopo essenzialmente di acquistare la droga.
f. ber.