Liberty Media è la società proprietaria del Circus di Formula 1 e, secondo le modalità inventate da Bernie Ecclestone, riceve una somma di danaro per consentire ai proprietari di autodromi di organizzare il gran premio valido per il Mondiale. In più, oltre a una serie di clausole che consentono altre attività durante i tre giorni di prove e gara, Liberty Media incassa i diritti televisivi dai network che mandano in onda le gare in tutto il mondo. La clausola, però, è che per ogni stagione vengano trasmessi 15 Gp altrimenti l’accordo salta.
Ora in tempo di Coronavirus, Liberty Media si è trovata di fronte alla cancellazione dei primi dieci col mondiale cominciato non a marzo in Australia ma in Austria con due gare consecutive il 5 e il 12 luglio. L’organizzatore americano, nella necessità di arrivare alle 15 gare per non rimetterci una barca di soldi, ha proposto ai proprietari degli autodromi muniti di licenza internazionale, di disputare un gran premio (e anche un secondo, come in Austria) contro pagamento delle sole spese di gestione, pare 2 milioni e mezzo di euro. Monza, che aveva schedulato il GP d’Italia, ha accettato. Il Mugello e Imola si sono fatti avanti per disputare a loro volta una gara, accettando di pagare il bonus chiesto da Liberty Media.
Ma l’organizzatore americano, pur di garantirsi due Gp d’Inghilterra, non solo non ha chiesto danari all’autodromo di Silverstone ma si è offerto di pagare tutte le spese di organizzazione. L’autodromo di Silverstone ha controproposto la cifra di 15 milioni e ora le parti stanno trattando. E sulla strada presa da Silverstone si sta allineando anche Spa, che ospita il Gp del Belgio.
Possibile che gli organizzatori italiani fossero all’oscuro di tale manovra? Possibile, perché altrimenti Mugello e Imola pur di aggiudicarsi il gran premio non avrebbero accettato di pagare ma, come Silverstone, avrebbero chiesto a Liberty Media di farsi carico delle spese organizzative: viaggi dei team, sistemazioni alberghiere, cibo e quant’altro.
Sulla gara del Mugello, chiamato Gp di Toscana, è intervenuto l’ex parlamentare Gianluca Pini, ancora membro del comitato esecutivo del consiglio generale dell’assemblea dell’Aci: «Sorvolo sui bilanci dell’Autodromo di Monza, impianto ancorato nella perenne difesa della tradizione storica del Gran Premio d’Italia – ha sottolineato fra l’altro Pini – La gara al Mugello è stata appena ufficializzata da Liberty Media. Però non conosciamo su quali basi e garanzie economiche poggi il progetto. Alla Regione Toscana atti amministrativi d’impegno per la copertura non mi risulta esistano. Imola, che da mesi dispone di una opzione per l’organizzazione del Gran Premio, conferma di non essere mai stata interpellata dal Presidente dell’Aci. Non solo Imola con bilanci in ordine si è fatta avanti per prima lo scorso aprile, ma ha anche avanzato una proposta economica a Liberty Media di gran lunga più conveniente rispetto a quella del circuito toscano».
Il Gran Premio di Toscana assume, spiega Pini, la valenza di un evento con implicazioni governate da logiche politiche: «Non mi sembra una soluzione difendibile cogliere l’occasione della gara per far quadrare con fondi pubblici i bilanci del Mugello, organismo privato. Il rischio di scivolare su terreni pericolosi è elevato, basti considerare l’effetto che una situazione del genere potrebbe creare alla Corte dei conti. La differenza dell’impegno finanziario tra Imola e Mugello è rispettivamente di un milione e di due milioni e mezzo di euro. Il tentativo di forzare le regole è continuo, basti pensare che le vie di fuga in ghiaia dell’impianto di Scarperia non rispondono alle norme previste dalla Federazione per le competizioni di Formula 1, senza considerare gli enormi problemi legati alla logistica per la mancanza di adeguate strutture ricettive vicine all’autodromo. Come tutto questo non bastasse, c’è una stridente scadenza elettorale per le elezioni regionali in Toscana proprio nella settimana successiva al Gran Premio».
Gianluca Pini, ex parlamentare fino al 2018 della Lega che abbandonò per “l’inaccettabile trasformazione del movimento rispetto alle origini, dove ha prevalso una disgustosa gestione verticistica del potere fine a se stesso”, ha spiegato: «Ho sollevato tutti questi aspetti in sede di comitato esecutivo dell’Aci, evidenziando il rischio di realizzare un mega spot elettorale in favore di qualcuno. Per l’annuncio ufficializzato nei giorni scorsi, qualcuno deve aver offerto un impegno agli organizzatori del campionato che la Regione Toscana non mi risulta aver formalizzato. Potrebbe essere stata la stessa Ferrari o Babbo Natale ad aver garantito, nell’attesa che le istituzioni coinvolte si assumano oneri e onori dell’iniziativa verso Liberty Media. L’utilizzo di fondi pubblici, considerando il momento drammatico che sta vivendo il Paese costituirebbe uno schiaffo al buon senso e un affronto alle finanze pubbliche».