Il “sussurro” avanzato qualche giorno fa sulla possibilità che Nicolas Todt, figlio del presidente della federazione internazionale e manager di Charles Leclerc, arrivi a Maranello è rimbalzato su molti siti internet dopo l’annuncio di Mattia Binotto che non avrà più il doppio incarico di team principal e di direttore tecnico, ma soltanto il primo. La Ferrari cerca un direttore tecnico e un sito avanza anche che l’incarico sarebbe, addirittura, affidato a una triade. Non credo che un ruolo così delicato possa essere diviso: chi dà gli ordini ai tecnici non può essere che una sola persona, col potere relativo. Dividere, in modo orizzontale, sarebbe un errore imperdonabile come quello che ha portato la Scuderia alla situazione di oggi.
Realizzata l’assunzione del direttore tecnico, che per migliorare le cose dovrebbe arrivare fuori da Maranello, ecco che secondo il web sarebbe necessario sostituire anche il team principal. Con chi? E salta fuori il nome di Nicolas Todt, che evidentemente qualcuno in alto, in Ferrari, ha fatto circolare per conoscere l’opinione dei media. La mia è una voce diventata, dopo quarant’anni, un po’ fioca visto che non sono più il redattore capo di un’importante quotidiano che trattava la formula 1 parlando con Enzo Ferrari in prima persona. Ma la mia voce fioca arriva da lontano ed è sostenuta da una città, Monza, che ha nell’Autodromo Nazionale un tempio identico per fama alla casa di Maranello.
E la mia voce fioca dice che assumere il figlio per ingraziarsi il padre sarebbe un errore gravissimo, per molti motivi. I più forti dei quali sono due: il primo è che fra qualche mese il presidente Fia dovrà lasciare perché ineleggibile e quindi poco potrà nelle decisioni tecniche future della formula 1; il secondo è che Maranello non è un punto di partenza ma un punto di arrivo, non per tecnici o piloti (ricordo, al proposito, l’assunzione del giovane ingegnere Mauro Forghieri e quella di Gilles Villeneuve) ma per il vertice della scuderia.
Nicolas Todt non ha esperienza alcuna nella conduzione di squadre di formula 1, non gli basta essere stato operativo in scuderie di formule minori oppure essere manager di piloti, primo fra tutti Charles Leclerc. Aggiungendo, poi, che il team principal di una squadra che fosse anche manager del pilota di punta sarebbe soggetto a un conflitto di competenze non tollerabile dall’altro pilota della squadra.
Non credo, dunque, a Nicolas Todt candidato alla poltrona che fu di suo padre, che sotto il profilo manageriale aveva ben altra caratura. Ma siccome dopo la presidenza di Montezemolo a Maranello ne sono accadute di ogni colore, non mi meraviglierei se le scelte di oggi fossero più pericolose di quelle di ieri.