Ferrari impotente in Cina, doppietta Mercedes e vittoria di Lewis Hamilton nel GP numero 1000 della storia della formula 1, davanti a Bottas, Vettel, Verstappen e Leclerc, che il team ha sacrificato a una ragione tecnico-agonistica la cui validità secondo me è tutta da dimostrare. La gara si è sviluppata esattamente nelle stesse modalità della qualifica. Sabato la Ferrari aveva accusato un distacco dalla Mercedes di tre decimi di secondo, la stessa cosa è capitata in gara: tre decimi per 56 giri fanno 12 secondi, il distacco fra Vettel e Hamilton.
La ripresa del GP di Cina fa capire, abbastanza chiaramente, quale sia il vantaggio della Mercedes su una pista in cui due tratti di rettilinei, di cui uno molto lungo, si alternano a tratti con curve da diversa percorribilità in cui le frecce d’argento sono più veloci annullando il vantaggio che le Rosse di Maranello hanno sui rettilinei e guadagnando i decimi di vantaggio che poi ottengono sull’intero giro. Vantaggio che proprio per la conformazione di un circuito meno tecnico come quello del Barhein, invece, era delle Ferrari. La Mercedes è avanti nella gestione delle sospensioni idrauliche che la Ferrari adotta solo al posteriore da questa stagione. Perciò, secondo me, la Ferrari vince su tracciati con curve veloci, dove è ridotta la resistenza aerodinamica e carico e dove conta la potenza del motore. Nelle curve lente dove conta la trazione meccanica, come in Cina, la Mercedes ha quei decimi di vantaggio determinanti.
Questo a livello tecnico.
A livello sportivo, è difficile capire la strategia Ferrari nella gestione dei piloti. Quando ho sentito Vettel chiedere di superare Leclerc dicendo al muretto Ferrari “sono più veloce” e poi ho visto Sebastian non riuscire ad andar via al compagno di squadra (come Leclerc aveva fatto con lui in Barhein) ho capito che Vettel stava cercando di far valere, nei confronti del novellino, i quattro titoli mondiali conquistati in carriera. Posso capire che il team abbia voluto dare a Vettel ogni chance per cercare di infilarsi in mezzo alle due Mercedes, visto che con le gomme hard (bianche) era leggermente più veloce di Leclerc guadagnando anche sulla Red Bull di Verstappen il cui distacco tecnico rispetto alla Ferrari alla fine è stato lo stesso accusato in qualifica, tre decimi per 56 giri: nonostante sospensioni idrauliche simili a quelle delle Mercedes, segno evidente che le macchine di Verstappen e Gasly non hanno motori della stessa potenza della Ferrari.
Quel che invece non ho capito è stata la pervicacia del team di Maranello nel non curarsi del punto a disposizione di chi effettua il giro veloce. Dopo averlo lasciato in Australia, la Ferrari si è ripetuta in Cina, probabilmente per aver creduto, con un calcolo sbagliato, che nessun pilota avrebbe potuto togliere a Vettel il giro veloce ottenuto al cambio delle gomme, da soft gialle a hard bianche. Invece la Red Bull, a quattro giri dalla fine, ha richiamato Gasly al cambio gomme, che seguiva in sesta posizione con un distacco di 54 secondi la Ferrari di Leclerc, montandogli pneumatici ultra soft da qualifica (rossi): così il francese ha tolto, a due giri dalla fine, il giro veloce a Vettel. Se la Ferrari avesse richiamato Leclerc al box, senza alcun rischio per la quinta posizione in classifica, probabilmente il giro veloce e il punto in classifica in più sarebbero stati per il monegasco e per il team. E un punto, poca cosa dopo tre gare del mondiale, potrebbe diventare determinante quando la classifica dovesse farsi molto calda.
Charles Leclerc, nelle dichiarazioni dopo gara, è stato molto conciliante sulle decisioni del team e non ha ricordato che dopo il Barhein era stata decisa corsa libera per i piloti Ferrari. E ha anche aggiunto di essere sicuro che l’inversione di tendenza dopo il Barhein verrà recuperata. Ciò potrebbe significare che la Ferrari sta studiando l’adozione di sospensioni idrauliche anche sull’anteriore: in tal modo potrebbe pareggiare i conti con la Mercedes sulle curve lente e far fruttare la superiorità del motore. Ma siamo nel campo delle ipotesi, la realtà è tutta da verificare.
Fra due settimane si correrà il GP dell’Azerbaijan, a Baku, su un circuito cittadino senza curvoni veloci, con passaggi ad angolo tecnicamente difficili ma con pochissimi problemi di aerodinamica, con due-tre tratti in rettilineo di cui uno, quello che porta al traguardo, abbastanza lungo. A Baku, sulle rive del mar Caspio, la temperatura dovrebbe variare, nei giorni di prove e gare, dai 9 al 18 gradi: esattamente quella che i team hanno trovato a Shangai per la gara appena conclusa. Essendo quello di Baku un circuito cittadino, conteranno molto le abilità dei piloti e la loro disponibilità agonistica: quindi mi aspetto un bel duello fra le nuove leve della formula 1: il già veterano Max Verstappen, Charles Leclerc e le matricole Lando Norris e Alessandro Albon: quest’ultimo, partito dalla pit lane per aver distrutto la sua Toro Rosso sabato durante le qualifiche, grazie al gran lavoro dei meccanici, è giunto decimo.