Il primo GP nell’epoca del Coronavirus rivisto a bocce ferme mi ha suscitato alcuni dubbi sulla validità dei personaggi preposti al controllo tecnico della corsa e a quello spettacolare, dicasi riprese televisive. Decidere di arretrare, tre quarti d’ora prima del via del gran premio, Lewis Hamilton di tre posizioni in griglia per non aver rispettato, il giorno prima in qualifica, il regime di bandiere gialle è stata una disposizione ridicola. Dovevano passare ventiquattr’ore perché i commissari si accorgessero dell’infrazione commessa dal campione del mondo? E allora durante la qualifica che cosa facevano, giocavano a briscola e tressette invece di controllare gli avvenimenti della pista?
Evidentemente Lewis Hamilton sta di traverso a qualcuno perché durante la corsa, subendo un attacco di Albon, il comportamento del campione del mondo è stato giudicato scorretto e punito con cinque secondi di penalità. Ho guardato e riguardato il ralenty: Hamilton non ha mai, dico mai, girato il volante verso sinistra dove Albon stava cercando di superarlo. Con mestiere, ha lasciato che la monoposto compisse la propria traiettoria portando Albon al contatto ruota contro ruota. Non mi è sembrato incidente da penalità e se i commissari lo hanno giudicato tale non era da sanzionare così pesantemente, diciamo due secondi, in modo da non togliergli il podio che aveva ampiamente meritato.
E veniamo alle riprese televisive. Uno scandalo, così giudico una regia che viene fatta da Londra e non sul campo. Una regia che, negli ultimi dieci giri, quando si stava svolgendo la battaglia più vivace per la vittoria e le posizioni del podio, ci ha mostrato per quasi mezzo minuto la Williams di Latifi che stava ritirandosi col motore fumante. Latifi sarà anche importante per i suoi tifosi, ma certamente in quel momento il suo ritiro non era determinante per la classifica del gran premio.
C’è anche da notare che la corsa è stata mostrata nelle sue fasi più delicate e fascinose. Mi sono dovuto sobbarcare, e con me milioni di telespettatori, lunghi minuti di riprese dall’alto del trenino centrale e finale del gran premio, ignorando chi stava davanti – per esempio Bottas e Hamilton – a lottare per la vittoria. Con commissari poco attenti e registi che invece di pensare all’interesse degli abbonati pensano più a quelli degli sponsor, Liberty Media rischia di far danno alla formula 1. Che già di spettacolo, a guardare il primo gran premio, ne ha offerto solo negli ultimi dieci giri. Prima, sforzi inumani sulle poltrone di casa per combattere il sopore.