Sulla qualifica del GP d’Ungheria, la Mercedes di dubbi non ne lasciava di certo. Caso mai c’era da attendersi una battaglia in famiglia fra un esacampione del mondo e Valtteri Bottas che sta cercando, finora invano, di ripetere quel che in passato è riuscito a fare Nico Rosberg, cioè battere Lewis Hamilton e vincere il mondiale. Ma Hamilton, cinico e insuperabile, sull’Hungaroring ha conquistato la sua novantesima pole position lasciando lo scudiero a un decimo di secondo, le Racing Point di Stroll a 9 decimi di secondo e quella di Perez a 1,1. Le Ferrari di Vettel e Leclerc rispettivamente a 1,3 e 1,4. Poi Veratappen, Lando Norris, Sainz e Gasly.
Per capire quanto la Mercedes sia andata avanti rispetto all’anno scorso e quanto la Ferrari sia rimasta ferma, senza prendere le parole interessate (perché indossa la divisa di Maranello) di Marc Gené, basta fare il raffronto con i tempi: rispetto al miglior tempo Mercedes del 2019, di Bottas, che era 1.14.590, le nere frecce d’argento in Ungheria hanno migliorato (tempo di Hamilton 1.13.477) di 1 secondo e 113 millesimi. Le Ferrari sono passate da 1’15.043 di Leclerc 2019 all’ 1.14.774 di Vettel 2020: miglioramento, dopo le annunciati modifiche, 269 millesimi. Insignificante. Va da sé che la monoposto è sbagliata e le correzioni o non aggiungono niente perché inefficaci, oppure addirittura aggiungono errore all’errore.
Più veloci delle Ferrari sono le Racing Point, che sono poi le Mercedes della passata stagione visto che Stroll e Perez marciano esattamente sui tempi che in qualifica a Budapest avevano fatto Bottas e Hamilton, anzi qualcosina meglio. E qui bisogna aprire una parentesi sull’operato di troll padre che, si dice, abbia comprato le monoposto tedesche del 2019. Se lo ha fatto, e lo ha fatto con intelligenza visto che la federazione non può intervenire ad applicare il suo assurdo regolamento, ha dato al figlio Lance una scuderia e una macchina per mettersi in evidenza senza passare dalla classica valigia per un volante. Che Stroll debba ancora dimostrare d’essere un possibile campione del mondo, sempre che possa guidare una vettura che glielo consenta, è un fatto assodato. Ma che sia un pilota mediocre che corre solo grazie al soldi di papà, questo proprio no.
Due anni con la Williams derelitta li ha passati facendo esperienza. E alla seconda stagione con la Racing Point, ex Force India, dotata di monoposto d’eccellenza il buon Lance sta dimostrando, guidando sempre una buona macchina come la Prema, di essere il pilota vincitore nel 2016 del campionato europeo di formula 3 con 14 pole position e 14 vittorie. Nel mondiale 2020, al debutto nel GP d’ Austria è stato costretto a ritiro per noie meccaniche e nel successivo GP di Stiria è giunto settimo.
Domani Mercedes e Racing Point partiranno con gomme medie gialle, segno di una strategia che prevede un primo lungo run e poi, forse, un secondo con gomme più performanti. La Ferrari partirà con gomme soft rosse e poi la strategia dirà quali adottare: se medie gialle oppure hard bianche. Ma non è detto che non piova, il meteo è indeciso. Ma sono decise le Mercedes: asciutto o bagnato, Hamilton e Bottas voglio il GP d’Ungheria.