Monza– Il 2011 si è chiuso con una congiuntura da brivido per l’industria manifatturiera made in Brianza. Lo certifica il quadro del quarto trimestre dell’anno scorso reso noto da Camera di commercio e Confindustria Monza.
Gli imprenditori manifestano preoccupazione anche per il primo semestre 2012. La produzione ha segnato una variazione negativa dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Meno 0,9 anche per il fatturato. Gli ordini interni hanno lamentato un calo del 2,3% mentre l’estero fa registrare un meno 1,2. Solo le aspettative sulla domanda estera, che pure segna un rallentamento, restano positive con un saldo pari a 6,4 punti.
In questo quadro anche l’occupazione torna a preoccupare: il tasso tra ingresso e uscita è allineato allo zero mentre il ricorso alla cassa integrazione passa dal 12,5 al 14,3%; in parallelo aumenta la quota percentuale di ore di cassa integrazione sul monte ore trimestrale: dall’1,3 al 4,7%. Si attesta invece al 57,1% la quota di imprese monzesi e brianzole che hanno realizzato investimenti nel corso del 2011, con un aumento del valore rispetto all’anno precedente pari al 5,9%.
Secondo Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza «il nostro obiettivo è quello di sostenere la competitività delle imprese per rafforzare la ostra vocazione all’export, supportando al tempo stesso la ripresa della domanda interna». «La fase di recessione – ha invece detto il presidente di Confindustria Monza, Renato Cerioli – si trascinerà anche nel primo semestre 2012. La crisi non è congiunturale ma riflette una debolezza strutturale della nostra economia e di quella europea. Ci sono anche segnali positivi, ma è necessario che continui l’azione del governo in tema di liberalizzazioni e semplificazioni. La prossima sfida è anche la più importante e riguarda la riforma del mercato del lavoro».
Monza, congiuntura da brividiManifatturiero con i conti in rosso
Nel quarto trimestre 2011 frenata di ordini esteri e interni. Industria manifatturiera con produzione e fatturato in calo dello 0,5 e 0,9 per cento. Aumenta di quasi due punti il ricorso alla cassa integrazione
