Monza, chiede milioni per affarefasullo: truffatore finisce in cella

Nel 2009 aveva tirato un “pacco” da 2 milioni di euro a un facoltoso imprenditore russo. L'altro giorno stava per replicare l'inganno ai danni di un costruttore spagnolo. Ma quando la trattativa sembrava sul punto di decollare hanno fatto irruzione i carabinieri.
Monza, chiede milioni per affarefasullo: truffatore finisce in cella

Monza – Nel 2009 aveva tirato un “pacco” da 2 milioni di euro a un facoltoso imprenditore russo e alla sua avvenente fidanzata. L’altro giorno stava per replicare l’inganno ai danni di un costruttore spagnolo. Ma quando la trattativa sembrava sul punto di decollare, per Golub Djordevic sono cominciati i guai. Nelle lussuose sale dell’Hotel de La Ville, dove lo slavo residente a Vimercate stava per mettere a segno l’ennesima truffa, hanno fatto irruzione i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, che hanno sventato i piani del pregiudicato 48enne, arrestandolo con l’accusa di tentata truffa e denunciando a piede libero il suo complice portaborse, il rumeno Costantin C., 24 anni, disoccupato con residenza ad Albano Laziale. Vittima del tentativo di raggiro lo spagnolo Josè M., contattato dallo slavo via internet in relazione a un imponente progetto edilizio, consistente nella costruzione di residenze per villeggianti in una località turistica della Costa Brava, a sud di Barcellona.

Un affare da decine di milioni di euro, al quale Djordevic, spaccandosi per titolare di una società di investimenti, con tanto di falsi documenti al seguito, avrebbe dovuto partecipare come socio finanziatore. Il 48enne, però, per perfezionare l’accordo, chiedeva una sorta di cauzione allo spagnolo: cinque milioni di euro a titolo di risarcimento in caso di mancata realizzazione del progetto. Djordevic, che ha precedenti penali analoghi, secondo quanto riferiscono dal comando dell’Arma, aveva praticamente convinto lo spagnolo a sbloccare i fondi in banca, con la quale dall’Hotel de La Ville stava prendendo contatti telefonici. Modi affabili e professionali, vestito di tutto punto, Djordevic sarebbe riuscito probabilmente a portarsi a casa altri milioni di euro come avvenne due anni fa. Nel caso del russo, l’uomo si era finto interessato all’acquisto congiunto di un mega yacht, ma i carabinieri, in quella occasione, non avevano accumulato prove sufficienti a suo carico. L’altro giorno, invece, le indagini sono andate a buon fine. Alla richiesta di presentare le carte, il vimercatese esibiva un documento falso, con dati di un uomo già segnalati anche all’Interpol. Circostanza questa che lascia pensare un coinvolgimento del truffatore anche in altri casi verificatisi all’estero.

Nei guai anche il complice, che si dava da fare come autista e tuttofare di Djordevic. Sotto sequestro pure l’automobile utilizzata dai due, una Mercedes Classe R (su cui pesava un decreto di sequestro della procura di Bergamo), al centro di numerose truffe commesse ai danni di società di assicurazioni e più volte segnalata per non aver pagato il Telepass.
Federico Berni