«Mio figlio con la neuropsicomotricista finora ha solo giocato: è normale?»

La percezione di un bambino delle sedute con una dottoressa e i dubbi di una mamma. Risponde Giulia Casiraghi, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Bambini attività motoria psicomotricità - foto di Shlomaster da Pixabay
Bambini attività motoria psicomotricità – foto di Shlomaster da Pixabay

Buongiorno, a mio figlio è stato diagnosticato un ritardo di sviluppo. È un bambino socievole, gli piace parlare e ha molta fantasia. Mi hanno consigliato di fare neuropsicomotricità. Per ora abbiamo fatto qualche incontro, ma per ora ha solo giocato con la dottoressa, è normale?

Buongiorno, la rassicuro sul fatto che il percorso che state seguendo è quello più indicato in quanto il neuropsicomotricista è il professionista della riabilitazione per queste difficoltà.

Per quanto riguarda la modalità di intervento, le consiglio di parlarne direttamente con la dottoressa in modo che possa spiegarle gli obiettivi e le modalità con cui lavora con il bambino.

Intanto le posso dire che lo strumento migliore per lavorare con i bambini è proprio il gioco, perché è un canale emotivamente significativo per loro.

Inoltre ogni attività, anche le più strutturate e meno divertenti, vengono proposte con modalità ludiche.

Quindi è normale che il bambino riporti che abbia “solo giocato”.

Per quanto riguarda la percezione degli adulti invece, avendo in qualche modo dimenticato quanto il gioco sia fondamentale nella vita emotiva di un bambino, si tende a dargli meno importanza.

Invece nei percorsi neuropsicomotori ha un ruolo basilare.

Durante un gioco proposto dalle terapiste sono presenti finalità che vanno oltre il semplice piacere ludico.

Durante le terapie si permette anche ai bambini di scegliere un gioco e anche durante quest’ultimo, le terapiste guidano per proporre sempre obiettivi a favore dello sviluppo.

Parlarne con la terapista potrebbe aiutarvi ad elaborare una visione comune sul bambino e portare questi obiettivi terapeutici anche nel contesto quotidiano per aiutarlo a interiorizzare e generalizzare quanto vissuto durante gli incontri con la neuropsicomotricista.

Giulia Casiraghi *

* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza. Per info: mail, Facebook, Instagram.