Limbiate, cinque euro al meseper dare lavoro ai disoccupati

Le cinque parrocchie e Caritas in collaborazione con Acli, Azione cattolica, Asca onlus, la cooperativa Sommozzatori della terra, Ala e Comune invitano ad "adottare" un disoccupato: un piccolo contributo per dare lavoro a chi non lo ha.
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Limbiate – Ancora qualche anno davanti prima del raggiungimento dell’agognata pensione, ma troppo in là con l’età per essere riassorbito da un universo del lavoro sempre più in crisi. E quando la ditta chiude, si aprono, magari dopo anni di carriera nella stessa realtà, le porte della disoccupazione e delle difficoltà dell’arrivare a fine mese. Una storia modello che potrebbe però essere declinata alle tante persone che hanno vissuto, a tutte le età, la perdita del posto di lavoro.
Nasce proprio da qui «La comunità al lavoro», una proposta lanciata dalle cinque parrocchie e dalla Caritas in collaborazione con Acli, Azione cattolica, Asca onlus, la cooperativa I Sommozzatori della terra, Ala, Associazione artigiani limbiatesi e amministrazione comunale. Dopo l’esperienza del fondo Famiglia e lavoro lanciata dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, la rete di realtà ha scelto di offrire una nuova possibilità di sostegno, cambiando la formula dell’intervento diocesiano che aveva aiutato oltre 6mila e 300 famiglie. «Farsi carico della situazione di chi è in difficoltà a causa della perdita del posto di lavoro, per un periodo sufficiente ad un possibile reinserimento lavorativo»: questo l’obiettivo della raccolta di fondi. Lontano, quindi, da una logica puramente assistenziale.
Attore principale sarà la cooperativa «I sommozzatori della terra», dove i lavoratori saranno assunti, a partire dal prossimo marzo e aprile, per il periodo di tempo necessario ad una riqualificazione professionale e ad una progettazione socio lavorativa, per un contratto dunque non inferiore ai 6 mesi. Il costo contrattuale dei lavoratori sarà per metà a carico della cooperativa di via Garibaldi, mentre per l’altra metà il finanziamento sarà attinto dal fondo.
Non manca la consapevolezza che questo intervento non potrà risolvere interamente il problema della disoccupazione sul territorio, ma vuole aprire una nuova prospettiva di condivisione e presa in carico comunitaria della difficoltà. Il contributo richiesto alla famiglia donante dovrà avere una durata minima di 6 mesi con versamenti periodici a partire da 5 euro, con la possibilità di scegliere la cadenza tra settimanale, mensile o trimestrale. Il raggiungimento di 20mila euro potrebbe assicurare l’inserimento di 3 o più persone che andrebbero a ricoprire mansioni nei settori ambientale, agricolo ed edile, quest’ultimo uno degli orizzonti di sviluppo sperimentati più di recente dalla realtà presieduta da Massimo Dorini, rispetto alla vocazione originaria florovivaistica. Un’opportunità per rispondere alle diverse attitudini di chi verrà assunto e, perché no, per reinventarsi.
Ileana Brioschi