Seregno – È l’immagine di un’autentica devastazione quella che, al loro risveglio, si è presentata agli occhi degli attoniti residenti nel palazzo al civico 24 della via don Gnocchi, all’angolo con la via Rovereto, nel cuore del quartiere Sant’Ambrogio a Seregno. E’ successo una settimana fa. In pochi, o forse nessuno, avevano prestato infatti attenzione ai rumori ascoltati qualche ora prima, alle 3 circa, quando un gruppetto di tre giovani, che poi ha fatto perdere le sue tracce fuggendo a pieni in direzione del quartiere del Crocione, si era impadronito dei contenitori in vetro, perlopiù bottiglie o barattoli, esposti la sera precedente sulla via Rovereto, in vista del passaggio degli operatori addetti al ritiro della spazzatura nel suo insieme (non solo vetro, ma anche rifiuti riciclabili e non ed umido), e li avevano scagliati con violenza contro il palazzo.
«Quando ci siamo alzati – racconta Massimo Mariani, uno degli abitanti interessati – ci siamo subito accorti dell’accaduto. Il portico era interamente lastricato di pezzi di vetro, così come i balconi ed i davanzali del primo piano ed alcuni del secondo. C’erano addirittura bottiglie ancora intere davanti all’atrio, circostanza che ci ha fatto pensare che ci sia stato un tentativo di infrangere la vetrata d’ingresso».
L’episodio ha destato incredulità, pur se non si tratta purtroppo di un inedito: «Si era verificata una circostanza simile già prima delle ferie estive, quando un condomino aveva presentato di sua iniziativa una denuncia ai Carabinieri. Stavolta lo ha fatto l’amministratore a nome di tutti, nella giornata di lunedì. Le conseguenze sono state tutto sommato limitate, sebbene almeno un appartamento ora si trovi ad avere una tapparella danneggiata, ma lo spavento è stato tangibile: cosa sarebbe successo se qualcuno fosse stato colpito dal lancio o se uno dei nostri figli fosse scivolato sul vetro frantumato?».
La ripetizione del vandalismo non pare comunque essere figlia di qualche intento persecutorio particolare nei confronti dei residenti: «Lo escludiamo. Siamo piuttosto portati a pensare che i responsabili siano ragazzotti di rientro da una serata trascorsa in un pub, magari condita da qualche alcolico di troppo. L’ora che ci è stata indicata da un vicino che si è accorto nell’immediato di quanto stiamo raccontando, appunto le 3 di notte, è del resto pienamente compatibile con questa ricostruzione. Ora la speranza è che il tutto non si ripeta: contiamo che aver reso pubblico quanto è capitato ci aiuti da questo punto di vista».
Paolo Colzani