La crisi colpisce la Croce rossaA Monza crollano i volontari 118

La crisi ha flagellato anche il mondo del volontariato. Ne sanno qualcosa alla sede della Croce Rossa di Monza, dove nel corso di questi ultimi anni si è assistito a una progressiva diminuzione del numero dei volontari, specialmente quelli che si rendono disponibili per il servizio del 118.
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Monza – È un fatto: la crisi ha flagellato anche il mondo del volontariato. Ne sanno qualcosa alla sede della Croce Rossa di Monza, dove nel corso di questi ultimi anni si è assistito a una progressiva diminuzione del numero dei volontari, specialmente quelli che si rendono disponibili per il servizio del 118. A confermarlo è il commissario provinciale Mirko Damasco.
«All’inizio di ogni nuovo corso di formazione si presenta circa un terzo delle persone in più rispetto al precedente, ma poi a fare la differenza è la costanza – spiega Damasco -: molti lasciano prima della fine del corso, e di quelli che comunque rimangono sono pochissimi coloro che scelgono di dare la propria disponibilità per il servizio sulle ambulanze». A dare il segno della crisi è anche il dato relativo alle assunzioni con contratto interinale. «Fino a un paio di anni fa cercavamo i nominativi per i posti da interinale all’esterno, oggi invece offriamo il posto direttamente ai nostri volontari che sono rimasti senza lavoro», continua il commissario. Una crisi che gli stessi volontari incontrano quotidianamente nei diversi contesti in cui operano. Sono infatti triplicati i pacchi di viveri che mensilmente vengono distribuiti ai meno abbienti, così come le persone che si rivolgono all’ambulatorio della Croce Rossa

Ambiti d’intervento
– Sono tanti e diversificati gli ambiti in cui operano i volontari della Cri. Non solo servizi in ambulanza ma anche assistenza ai senza tetto con le ronde per le vie della città due notti a settimana, il trasporto completamente gratuito dei bambini oncologici, l’aiuto ai profughi ospitati nella struttura del Malcantone. «An-che se di loro non si parla più noi continuiamo ad assisterli ogni giorno – precisa Damasco – e poi ancora il servizio di Protezione civile, la guardia medica con il centralino attivo tutta notte, il servizio iniezioni e le attività di formazione nelle scuole e nelle aziende».

Federalismo fiscale
– Tutto questo si aggiunge alle tantissime iniziative di piazza che la Cri organizza per autofinanziarsi. «Quello che adottiamo noi è il vero federalismo fiscale – ironizza Damasco, presidente della Croce Rossa di Monza dal 2008, e commissario dal 2009 – tutte le spese che affrontiamo le paghiamo di tasca nostra. Le sedi della Croce Rossa si auto sostengono non gravando in alcun modo sulle casse pubbliche. Per questo motivo privatizzare l’ente sarebbe la soluzione ideale, perché ci renderebbe competitivi nei bandi di gara come i privati, senza più i lacci burocratici che ci legano ora che siamo ente pubblico».

Le sfide: la sede – Spina nel fianco della sezione provinciale è certamente l’annoso problema della sede. Quella di Monza, infatti, è l’unica Croce rossa a non avere una struttura propria. Una situazione che si trascina ormai da sei anni. Ogni anno la Cri monzese paga infatti 36mila euro di affitto per occupare i locali di via Piave. Un paradosso se si pensa che nelle casse sono già pronti i soldi necessari per costruire una nuova struttura. «Aspettiamo solo che ci assegnino un terreno dove poter costruire. La situazione è ormai al limite: qui non si può più stare. Le istituzioni devono stare davvero e concretamente vicine a chi serve seriamente il territorio. La Croce rossa è presente a Monza dal 1930, e non è possibile che nel 2011 non abbia ancora una sede propria», tuona Damasco, che è pronto anche a forme di protesta alternative. «I vigili del fuoco hanno dichiarato che il nostro cortile non è idoneo a ospitare i mezzi di soccorso. E siccome non ho alcuna intenzione di pagare una multa per questo vorrà dire che porterò tutti i mezzi a nostra disposizione (17 tra ambulanze, macchine, motorini e camion) in via Piave. E non credo che questo aiuterà la viabilità».

Il servizio taxi – Tra le battaglie condotte dalla Cri di Monza c’è anche quella dei prezzi dei così detti «servizi taxi». Per il trasporto dei malati dall’ospedale a casa, soprattutto nel momento delle dimissioni ma anche per le visite di controllo, la Croce Rossa monzese si attiene scrupolosamente alle tariffe regionali. Non fanno così le tante altre croci o onlus private, che arrivano a chiedere fino a 70 euro per un tragitto notturno all’interno dei confini cittadini e 50 euro per il trasporto diurno, contro i 34 euro richiesti dal tariffario regionale. «Non sopportiamo più queste truffe – aggiunge Damasco – è bene che i cittadini sappiano quanto devono pagare davvero per questo servizio».

La risposta della gente
– Battaglie che la gente ha sempre abbracciato e condiviso, e che inquesti ultimi tempi sta anche generosamente sostenendo. Massiccia infatti è la presenza dei volontari della Cri nelle piazze della Brianza, ma altrettanto importante la risposta dei cittadini che hanno moltiplicato le offerte, permettendo solo lo scorso anno di acquistare tre mezzi a costo zero per l’ente. «La gente comprende il valore del nostro lavoro e nonostante le difficoltà e la crisi non ci fa mancare il sostegno». Sarah Valtolina