«Cerchiamo farmaci che combattano le cellule tumorali, realizziamo ricerche sulla biologia e sulla terapia della metastasi tumorale. Stiamo tentando di individuare il modo per bloccare i vasi sanguigni che irrorano le cellule tumorali consentendo loro di moltiplicarsi».
Raffaella Giavazzi dirige il Laboratorio di biologia e terapia della metastasi tumorale del Mario Negri. Le ricerche vengono effettuate a Milano e a Bergamo nell’unità di lavoro al Kilometro Rosso, diretta da Giulia Taraboletti. Raffaella Giavazzi è bergamasca, laureata in biologia, dottorato in farmacologia e cinque anni di ricerca negli Stati Uniti. Poi è tornata: «Volevo vivere e fare ricerca in Italia».
Nella prima linea della ricerca sul cancro e sulle terapie per sconfiggerlo, Raffaella Giavazzi è schierata in quella particolare trincea che si chiama «angiogenetica».
«Il concetto è semplice – spiega – . Si è capito che i vasi sanguigni sono fondamentali nella crescita e sviluppo delle cellule tumorali e che questi vasi sono in qualche modo differenti rispetto a quelli che alimentano le cellule normali. Allora da una decina di anni stiamo studiando le caratteristiche di questi vasi particolari in maniera da realizzare poi dei farmaci “inibitori dell’angiogenesi”, cioè che impediscono lo sviluppo dei piccoli vasi sanguigni che alimentano la cellula tumorale. I vasi non soltanto portano ossigeno alla cellula tumorale, ma è proprio attraverso i vasi stessi che le cellule si diffondono».
Creano metastasi le cellule cosiddette maligne, cioè quelle la cui degenerazione è particolarmente grave, frutto di molteplici mutazioni. Queste cellule si riproducono velocemente e vivono a lungo invadendo in maniera devastante l’organismo. Di norma si cerca di bloccarle attraverso la chemioterapia: il guaio è che danneggia anche le cellule sane.
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