In laparoscopiarisultati migliori

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La chirurgia laparoscopica ha apportato cambiamenti così radicali in campo chirurgico da essere considerata la più importante rivoluzione in chirurgia degli ultimi venti anni. Si tratta però di una tecnica che richiede un lungo percorso di acquisizione e una buona manualità da parte dell’operatore e centri ad alto volume.

Oggi in Italia esistono centri di eccellenza per questo tipo di chirurgia. Tra questi il Policlinico San Marco e in particolare il reparto di chirurgia generale e oncologica diretto dal professor Stefano Olmi, dove vengono anche organizzati numerosi corsi di chirurgia a cui partecipano chirurghi da tutta Italia.

Professor Olmi, che cosa si intende per chirurgia laparoscopica?
«Una tecnica che consente di eseguire le tradizionali procedure chirurgiche in modo mini-invasivo. La grande innovazione è che il chirurgo non opera più con le mani “all’interno del corpo” del paziente, ma utilizzando strumenti ottici e operativi introdotti attraverso delle piccole incisioni cutanee di 1 cm. dopo che nella cavità addominale è stata insufflata anidride carbonica per creare un idoneo spazio operativo. In questo modo opera guardando un monitor, dove l’immagine intraoperatoria ha una miglior definizione e ingrandimento rispetto alla realtà».

Quali sono i vantaggi offerti da questa tecnica?
«I vantaggi della chirurgia laparoscopia sono legati alla minore invasività e alla magnificazione dell’immagine operatoria: minor compromissione del sistema immunitario, riduzione della estensione delle cicatrici chirurgiche, riduzione del dolore postoperatorio e della durata della degenza, riduzione della necessità di trasfusioni di sangue e dello stress da trauma chirurgico, ripresa della funzione intestinale più rapida rispetto alla chirurgia tradizionale, miglioramento degli scambi respiratori dopo l’intervento per minor dolore sull’addome, riduzione del rischio di laparocele, cioè di ernia della ferita chirurgica, miglioramento del risultato estetico, rapida ripresa delle normali attività quotidiane e lavorative. In ambito oncologico, poi, nel quale la chirurgia laparoscopica si sta sempre più affermando, oggi si intravedono alcuni vantaggi ulteriori della mini-invasività, in particolare la minore immuno-depressione post-chirurgica, che potrebbero rivelarsi molto utili ai fini di iniziare terapie oncologiche adiuvanti (radio-chemioterapia) il più precocemente possibile. Il vantaggio immunologico potrebbe riflettersi anche sulla sopravvivenza per malattia tumorale. La mini-invasività della laparoscopia infatti riduce il deficit immunitario post operatorio, sempre associato al trauma chirurgico, favorendo un miglior controllo della malattia tumorale in termini di diffusione di micro metastasi. Alcune ricerche hanno anche evidenziato una prognosi migliore nei pazienti con tumore trattati per via laparoscopica rispetto agli stessi casi trattati con le tecniche tradizionali. In alcuni studi europei è emerso che la sopravvivenza totale e l’incidenza di recidiva neoplastica è, non solo sovrapponibile, ma migliore rispetto alla chirurgia tradizionale. La laparoscopia infatti permette una maggior precisione del gesto chirurgico».

In quali casi in particolare è preferibile alla chirurgia tradizionale?
«Oggi esistono alcune procedure ormai standardizzate dove la chirurgia laparoscopica è considerata la il “gold standard”, cioè quella da preferire: la colecistectomia, gli interventi di plastica antireflusso per ernia iatale ed esofagite, l’asportazione del surrene, le plastiche per ernia inguinale e per i laparoceli, le resezioni coliche e gastriche per malattie benigne. Nonostante i grandi benefici che offre purtroppo però la laparoscopia non è così diffusa e applicata routinariamente come si potrebbe pensare. I motivi dipendono dal fatto che è molto più costosa di quella tradizionale e necessita di notevoli investimenti. Si tratta infatti di una metodica tecnologicamente avanzata che richiede strumenti sempre più sofisticati. Poi c’è il problema dell’acquisizione della tecnica e del metodo. La tecnica chirurgica va imparata ex novo, perché completamente diversa da quella tradizionale, ed è molto più facile che l’apprendano i giovani. Non tutti poi hanno i numeri per eseguire la laparoscopia con manualità».

Utile anche in campo oncologico – In ambito oncologico il percorso di A introduzione della chirurgia laparoscopica è stato più lento rispetto ad altri ambiti, poiché prima di validare ufficialmente una metodica chirurgica differente da quella tradizionale, si sono aspettati i risultati di studi clinici multicentrici eseguiti in tutto il mondo. Oggi i risultati di questi studi, soprattutto per quanto riguarda la chirurgia colo-rettale e quella gastrica, dimostrano che la chirurgia laparoscopica è oncologicamente sicura e radicale tanto quanto la chirurgia tradizionale, e in alcuni centri specializzati, incluso quello del Policlinico di Zingonia, addirittura consente di ottenere risultati migliori. Per quanto concerne la chirurgia oncologica si possono fare gastrectomie totali e parziali, resezioni del colon, del retto e resezioni epatiche e pancreatiche dove la chirurgia laparoscopica è una valida alternativa alla chirurgia tradizionale. La laparoscopia negli ultimi anni ha inoltre reso possibile un numero sempre maggiore di interventi nel rispetto dei criteri oncologici, in particolare l’asportazione di un numero adeguato di linfonodi e l’indennità da infiltrazione tumorale dei margini di resezione dell’organo interessato dalla neoplasia.