Gli Amici sono il braccio, Julius è la mente. Talvolta. Ma capita anche il contrario: agli “Amici” l’idea, a Julius Neumann, classe 1957, malato di SLA dal 2007, il ruolo di supervisor. Perché “Giulio” è tutto tranne che fuori dal mondo e fuori dai giochi. La malattia lo costringe da anni a utilizzare un comunicatore, il sistema che lo mantiene in contatto con il mondo pur nell’immobilità fisica assoluta, una lettera dopo l’altra, un impercettibile movimento degli occhi dopo l’altro . L’ingegnere monzese continua così ad esser quel cittadino del mondo che è sempre stato, con mamma milanese, di sangue brianzolo, papà nato in Ucraina e cresciuto in Polonia, nonna russa e nonno polacco. A unire Julius e i suoi Amici (in origine furono i “Sollevatori alcolici”) non c’è solo un legame nato più di 40 anni fa, quanto tutti erano giovani scout monzesi, ma un fine che è divenuto il motore (che gira a mille) per portare a termine ogni idea e progetto per raccogliere fondi per la ricerca contro la SLA, Sclerosi laterale amiotrofica, certo, ma soprattutto per sensibilizzare tutti sulla malattia e su quanto si ritrovano a vivere i malati e le loro famiglie.
Così, ancora una volta, con una risottata interminabile, che durerà dalle 11 alle 21, gli Amici aiuteranno il loro amico, ma anche gli altri 6mila malati orfani di una cura in grado di fermare, o almeno di rallentare, la malattia che rende il corpo immobile. A questi Amici, con il tempo, se ne sono uniti tanti altri. Ecco allora 70 persone, tra Ti do una mano onlus, gli Scout della pattuglia Colico, La Meridiana, il centro Nemo e altri ancora, pronte a fare i turni per raggiungere il traguardo di 3mila porzioni di risotto. «Molti di noi – spiega Lele Duse, anima dell’iniziativa sin dalla prima ora, accanto a Catone (Renato Giani), Luigi Decio, Riccardo Ferrari e Luca Sorteni – sono al lavoro già da una decina di giorni. Anche lo studio delle dosi e delle porzioni ha richiesto molto tempo e diverse prove ed ora è quasi scientifico, perché lo spreco è assolutamente vietato. Sarà una “non stop” benefica certo, ma il messaggio che deve passare è quello della sensibilizzazione, prima di ogni cosa, su un tema importante come quello della Sla. Del resto, come ci ha indicato Julius, la risottata non è “per” la Sla ma “contro” la Sla, perché occorre fare di tutto per arrestarla».
Sabato 7 ottobre, dalle 11, in piazza Roma (Arengario) tutto potranno provare a fare qualcosa: bastano 5 euro per aiutare il Centro clinico Nemo e il progetto SLAncio. E si potrà gustare un ottimo risotto (alla zucca, con la pasta di salame e valtellinese) accompagnato da un bicchiere di vino. Ci saranno anche i maghi ad intrattenere. E anche Giulio, neppure a dirlo, sarà presente. «La seconda edizione della Risottata sostienee il progetto di solidarietà SLAncio di Monza e il Centro Clinico NeMO di Milano. In particolare il NeMO farà da capofila ad un Team internazionale di ricercatori, il Team ha come obiettivo di identificare nel più breve tempo possibile, dei target terapeutici ben precisi. La collaborazione fra gruppi di ricerca, lo sharing di conoscenze e risorse e degli obiettivi comuni, potranno portare a una terapia efficace. L’idea nasce da un malato di SLA e il progetto si chiama #iostoconPaolo. Venite numerosi a sostenerci. La vostra partecipazione è importantissima. Grazie». Con Giulio, idealmente, ci saranno anche gli altri 6mila affetti da SLA.