Monza – Il Brianza film festival avrà un appuntamento speciale. In via Longhi 3, nella sede del nostro giornale, alle 17, verrà proiettato il film «Da una porta aperta entra sempre qualcuno». Una pellicola prodotta da AlephCinema Grafia, realizzata dal Teatro del’Aleph di Bellusco e dalla Cooperativa lotta contro l’emarginazione di Sesto San Giovanni. Protagonisti i disabili che frequentano il centro sestese, con gli operatori e un attore professionista. La regia è di Giovanni Moleri, biassonese, 56 anni, sposato, due figli, responsabile del Teatro dell’Aleph. E’ lui che ci parla del film.
”Non si aveva la pretesa di fare un capolavoro di cinematografia – premette – , ma si voleva fare un’esperienza interessante, stimolante per i disabili”.
Che tipo di disabili sono?
”Di ogni tipo. Ci sono tossicodipendenti, disabili fisici che non riescono a camminare, disabili psichici, che non riescono a parlare, down. Sono diversi e di varia età i frequentatori del centro di Sesto, dai 17 ai 40 anni. La loro è un’esperienza educativa, non solo di riabilitazione tecnica, fisica o psichica: gli operatori fanno loro compagnia in un cammino. Siamo partiti dal teatro e siamo approdati al cinema: i disabili hanno parlato delle loro fantasie, abbiamo steso un canovaccio e portato agli operatori, io ho coordinato il tutto”.
E che storia ne è uscita?
”Una storia semplice, anche se non originalissima. C’è un architetto, cattivo, che vuole abbattere un centro per disabili per fare posto a palazzine residenziali. I frequentatori organizzano un sit in di protesta, ma invano. Però, quando stanno compiendo una gita ed entrano in una locanda, fanno amicizia con la titolare…e il finale è positivo. Non voglio svelarlo prima della proiezione”.
Ci sono delle partecipazioni importanti nel film…
”Sì, per esempio quella dei due comici Ale e Franz, che hanno prestato agli angeli le loro voci fuoricampo. Un grazie anche ad Elio e le storie tese che ci hanno regalato una canzone. Ringrazio anche Raffaele Rinciari, musicista di Bellusco, un professionista affermato, autore delle musiche originali del film”.
Avete avuto altre esperienze di cinema con altre realtà esterne al vostro gruppo?
”Sì, con la scuola Farè di Lissone, coi ragazzi abbiamo fatto un film sulla figura di un prete che ha lasciato il segno; abbiamo lavorato con le scuole di Villa d’Adda e di Carvico. Non siamo una realtà grande: oltre a me un paio di organizzatori, tre attori e un montatore video. Sette in tutto ma facciamo molte cose, basta guardare sul nostro sito: siamo apprezzati più fuori zona che qui, in Brianza, peccato”.
Hai parlato di angeli, cosa c’entra la religione col film?
”La religione c’entra con la mia vita e professione attuale. Ho studiato all’Hensemberger di Monza, come perito industriale, ma poi mi sono diplomato in magistero teologico, una facoltà universitaria che oggi si chiama istituto superiore di scienze religiose. Si tratta di un titolo di studio che in Italia dà come unico sbocco l’insegnamento della religione, mentre in Germania apre molte altre strade”.
E quando spunta la passione per il teatro?
”Diciamo da subito. In parrocchia e con amici del movimento di Cl costituimmo un gruppo di teatro, si chiamava Teatro del frammento, da una frase del teologo tedesco Von Balthasar che diceva che nel frammento c’è tutto l’universo”.
E come sei passato all’Aleph?
”L’ho fondato con altre persone nel 1987 a Bellusco. Ma già nel nome si evidenzia la continuità: Aleph è il nome di un racconto e di una raccolta dello scrittore Borges, e sta a significare che in un granello di infonito ci sta tutto l’infinito”.
Ci puoi spiegare meglio la filosofia del gruppo?
”Cerchiamo di dare voce a tutte quelle realtà e modi di essere e di pensare che ci ricordano una natura positiva dell’uomo, che ci possono insegnare qualcosa. Mettiamo in scena opere di Edith Stein, su Van Gogh, sui due fratelli della Rosa Bianca. E poi c’è un filone che mantiene vivo l’aspetto religioso cristiano della nostra civiltà. Rappresentiamo ad esempio la Passione di Cristo, Maria sotto la croce, nelle chiese durante la quaresima. Puntiamo sulla bellezza, intesa non solo come parola: hanno rilevanza anche l’immagine e la musica”.
Torniamo al film realizzato coi giovani disabili. Ci dici qualcosa del cast?
”Gli attori sono: Lucia Pezzotta, Francesca De Bartolomeis, Salvatore Auricchio. Dopo la proiezione al Cittadino di Monza ci sarà l’incontro con gli autori e i protagonisti del film: Guido De Vecchi (Illab – laboratorio dell’abitare di Milano e provincia); Davide Motto (respondabile dellea cooperativa soociale Lotta contro l’emarginazione), e il sottoscritto, regista del film. A seguire un momento musicale al pianoforte con Raffaele Rinciari, autore dela colonna sonora, e rinfresco per il pubblico presente”.
Resta da segnalare che chi non potrà assistere sabato al Cittadino alla prima potrà vederla a Villasanta, villa Camperio, al mattino per le scuole, alle 19, per la cittadinanza; il 20 ottobre a Sesto San Giovanni, alle 21, cineteatro La Rondinella; il 21 ottobre, alle 21, a Biassono cinema Santa Maria e a Concorezzo, cineteatro san Luigi.
Antonello Sanvito