Fu risucchiata da un trenoDirigente Nord condannato

Bovisio, passaggio a livello incuboSbarre giù, attese sino a 24 minuti

Bovisio Masciago – Una condanna ad un anno con la condizionale ad un dirigente delle ferrovie nord, ed una assoluzione per la morte di Manuela Scalia, la 24enne di Desio vittima di un terribile incidente verificatosi il 3 settembre 2001 alla stazione di Bovisio, quando era stata travolta dal treno che l?avrebbe dovuta portare al lavoro a Milano. Era il suo primo giorno di lavoro dopo le ferie estive. Il processo, celebrato nelle aule del tribunale di Desio, si è concluso lunedì. Il giudice Letizia Brambilla ha riconosciuto colpevole di omicidio colposo l’allora responsabile della tratta Milano-Asso, assolvendo invece il legale rappresentante delle nord, accogliendo in pieno le richieste avanzate dal viceprocuratore onorario Paola Zimbaldi, che ha rappresentato la pubblica accusa. Il dirigente, non aveva provveduto a dotare la linea degli accorgimenti necessari a scongiurare la tragedia. Un punto, quello in cui aveva perso la vita alla ragazza, che aveva sempre destato molta preoccupazioni tra le centinaia di pendolari che affollano le banchine dello scalo cittadino ogni mattina. Durante il dibattimento, l’accusa ha prodotto gli atti relativi ad altri due gravi incidenti capitati negli anni successivi ad una signora italiana, e ad un immigrato rumeno che nel 2004 a cui i medici avevano dovuto amputare un piede. Sotto accusa erano finite la passerella per l’attraversamento costruita in superficie, "a raso" sui binari, nonché la stessa posizione in cui era sistemata la banchina, immediatamente posizionata dopo la curva della ferrovia, con il treno che arrivava dunque a velocità troppo sostenuta. Sempre nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è emerso che il treno ha agganciato i vestiti di Manuela, la quale si trovava sul bordo del binario. La giovane era stata trascinata sotto le ruote del convoglio, e arrotata. Alla richiesta di rinvio a giudizio per i dirigenti delle ferrovie nord, si era arrivati anche grazie all’impegno delle indagini svolte dall’avvocato di parte civile Roberta Minotti, che rappresentava i familiari della vittima: "quell’incidente poteva essere evitato", aveva affermato il legale all’epoca dell’inchiesta. La parti offese sono state poi risarcite, e perciò hanno ritirato la costituzione di parte civile. "La sentenza di condanna pronunciata dal tribunale di Desio costruisce un precedente importante", fanno sapere dalla procura di Monza. Il processo, tuttavia, è destinato ad andare incontro a prescrizione, i cui termini scadranno nelle more dell’eventuale giudizio d’Appello.
Federico Berni