Basta mezzo minuto per percepire il proprio battito cardiaco e capire se siamo di fronte alla fibrillazione atriale, la più diffusa aritmia che può quintuplicare il rischio di ictus cerebrale perché altera il normale flusso del sangue all’interno del cuore, facilitando la comparsa di emboli.
Questo l’invito del dottor Giosuè Mascioli, responsabile dell’Unità Operativa Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca di Humanitas Gavazzeni, che partecipa alla Campagna di sensibilizzazione sulla Fibrillazione Atriale StopFA, realizzata da A.L.F.A (Associazione Lotta alla Fibrillazione Atriale) grazie anche al contributo non condizionato di Sanofi.
L’iniziativa si terrà domenica 2 ottobre a Bergamo Alta, largo Colle Aperto, dalle 10 alle 13, dove sarà allestito un gazebo e saranno distribuiti ai cittadini materiali informativi sulla patologia.
La Campagna StopFA, che ha preso il via ad inizio 2011, si concluderà in occasione del Congresso “Venice Arrhythmias” a Venezia dal 9 al 12 ottobre. Un’iniziativa unica che collega Venezia ad altre dieci città italiane che, come Bergamo, sono “amiche del cuore”, nata per sensibilizzare e informare le persone sulla fibrillazione atriale e i rischi che comporta, coinvolgendo anche le istituzioni, oltre a favorire una corretta interazione tra medico di medicina generale e paziente. A questo scopo, da aprile è attivo il sito web www.stopfa.org, che offre agli utenti tutte le informazioni utili sulla prevenzione, sulla diagnosi e sul trattamento della patologia.
Dal sito è possibile anche scaricare un opuscolo informativo per la popolazione, il Documento di Consenso Internazionale rivolto agli specialisti del settore e seguire un video che, con semplici illustrazioni, spiega come autodiagnosticarsi l’eventuale presenza della patologia e come rapportarsi con il proprio medico di medicina generale o con lo specialista.
“La mattina, appena svegli, mettete l’indice e il medio della mano sul polso dell’altro braccio, rivolto verso l’alto. E, solo per trenta secondi, cercate di percepire i segnali che il cuore vi manda. – consiglia Mascioli – Magari, ripetete questa operazione anche nel pomeriggio. Tutte le pulsazioni dovrebbero essere uguali: se percepite che cambiano di intensità e non sono regolari o, comunque, se vi accorgete che si superano i cento battiti al minuto (basta moltiplicare per due il numero ottenuto), parlatene con il vostro medico”.
Una semplice misurazione raccomandata a tutti i cittadini e, in particolare, a chi ha più di cinquant’anni (oggi sono circa 2.000.000 gli over-65 in Lombardia).
“Oggi in Lombardia soffrono di fibrillazione atriale circa 100.000 persone – spiega Mascioli – Purtroppo molti non sanno di avere questa aritmia che mette a rischio anche il cervello perché aumenta di molto il rischio di ictus.” Fondamentale è puntare sulla prevenzione: se si combattono i classici fattori di rischio cardiovascolari come obesità, ipertensione, fumo e diabete, i nuovi casi potrebbero essere dimezzati.
“Insieme all’automisurazione dei battiti è fondamentale controllare regolarmente dal medico la pressione, perché almeno sette persone su dieci con fibrillazione atriale sono anche ipertese – aggiunge Mascioli – Dopo i cinquant’anni, invece, occorre misurare ogni mese la pressione e trattare adeguatamente l’ipertensione se il medico lo consiglia. Importante è anche rilevare regolarmente il ritmo del polso, almeno una volta la settimana”.
Il progetto nazionale La campagna mira a sensibilizzare le persone sull’importanza di individuare precocemente la fibrillazione atriale. Infatti, tra i 120.000 italiani che ogni anno scoprono questa patologia – che costa circa tre miliardi di euro al sistema sanitario – molti non sanno che il cuore batte in maniera anomala, anche perché spesso l’aritmia non dà disturbi significativi.
“Una persona su cento nel nostro Paese soffre di fibrillazione atriale, ma molti non sanno di essere malati e, spesso, non si conoscono i potenziali rischi per il cervello legati a questa anomalia – spiega Antonio Raviele, Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari e Presidente scientifico del Congresso VeniceArrhythmias, oltre che Presidente di A.L.F.A. – Per questo abbiamo creato uno slogan semplice e impressivo: “ascolta il tuo cuore, proteggi il tuo cervello”.
Basta misurare le pulsazioni regolarmente per scoprire se i battiti sono irregolari o accelerati e, se questo avviene, rivolgersi al medico. Ancor più importante è monitorare le pulsazioni in caso di palpitazioni, affanno e stanchezza immotivata. Questo messaggio – conclude Raviele – è diffuso oggi in contemporanea in dieci città d’Italia, amiche del cuore, perché è sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce che occorre puntare per frenare una malattia che aumenta fino a cinque volte il rischio di andare incontro ad un ictus cerebrale”.