F1, separati in Fia: Todt, Marchionne e Bernie

Il triangolo non funziona: il presidente della Federazione fa spallucce alle minacce del presidente Ferrari, che minaccia di lasciare il circus. E il vecchio patron si butta nella polemica e si toglie qualche sassolino.
Jean Todt, presidente della Fia, nel paddock di Monza
Jean Todt, presidente della Fia, nel paddock di Monza

Jean Todt, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) si è espresso molto “audacemente” sulla possibilità prospettata dal presidente Sergio Marchionne che la Ferrari, senza adeguate certezze, possa lasciare la Formula 1. Per esempio, Marchionne rifiuta il concetto di motore unico che giudica una corbelleria tecnica e un danno al motorsport. Secca e seccata la risposta di Todt: “Sono liberi di andarsene, ma mi auguro che non lo facciano”. Già, perché l’eventualità che la Ferrari lasci la Formula 1 è qualcosa che spaventa tutti gli organizzatori del Circus, ma non il presidente della FIA. Soprattutto perché la posizione che Todt occupa è a prescindere dalla popolarità della Formula 1. Ma contrario al parere di Todt c’è quello dell’ultrasettantasettenne Bernie Ecclestone, al quale non è parso vero di accendere un’ennesima polemica con il vertice del potere sportivo dell’automobilismo. “Se lo avesse detto Luca di Montezemolo – ha affermato Ecclestone – si poteva pure non prenderlo sul serio perché amava troppo il motorsport. Ma Sergio Marchionne può vivere senza la Formula 1, perché è interessato per lo più al solo business: per lui la cosa più importante è offrire un buon risultato agli azionisti e se la Formula 1 non dovesse prendere una strada gradita potrebbe fermarsi. Temo però che la Ferrari possa vivere senza la Formula 1, ma non il contrario”. Secondo Todt, in termini economici “c’è troppa differenza fra piccole e grandi squadre e poi non è sano avere piloti che pagano per guidare. I primi 20 giocatori di tennis non devono pagare per partecipare al Roland Garros”.

Ricordo che tanti anni fa, si era nel 1980, Ferrari minacciò la FIA per questioni che riguardavano sia l’economia sia il diritto in veto sulle decisioni tecniche. “Va a correre a Indianapolis”, tuonò il Drake. Poi fu accontentato e il prototipo del motore per le gare Indy fu sistemato fuori del suo studio, nella palazzina della Gestione Sportiva. Jean Todt ha chiesto espressamente ai responsabili dei teams e di Liberty, proprietari della Formula 1, quale fosse il loro parere in proposito. La risposta è stata: “A noi sta bene”. E Bernie, da Londra, ha dato l’unica soluzione possibile: “Occorre trovare un equilibrio sulle decisioni per il futuro che soddisfino tutti e credo che si farà in tempo. Altrimenti la Ferrari andrà via”.
Certo che l’indifferenza di Jean Todt al fatto che la Ferrari possa uscire dalla Formula 1 mi lascia perplesso e,con me, credo tutti i tifosi della Rossa. In fin dei conti Todt, come ha ammesso, è stato il Direttore della Scuderia Ferrari che dal 1993 al 2004 conquistò sei titoli mondiali costruttori di Formula 1. E, con Michael Schumacher, cinque titoli mondiali piloti. Todt sa bene quanto valga per la Formula 1 la presenza in pista della Ferrari. Molto più di una Presidenza FIA.