Sistemati i problemi di assetto della sua Ferrari emersi nelle prove libere, Sebastian Vettel si è confermato uomo pole anche a Baku, nella qualifica del GP dell’ Azerbaijan. Normalità, probabilmente. Dietro di lui le Mercedes di Hamilton e Bottas, e questo è anche un po’ meno normalità. Dietro le Mercedes si torna alla normalità con le Red Bull di Ricciardo e Verstappen che hanno preceduto la seconda Ferarri, quella di Kimi Raikkonen autore di due errori consecutivi nella medesima curva che gli hanno precluso se non la pole certamente la prima fila. E anche gli errori di Kimi nei momenti cruciali sono quasi una normalità. Insomma, una qualifica quasi scontata stando a vedere le tre gare precedenti a questa di Baku perché nelle prime tre file ci sono le tre squadre migliori del mondiale. Ma qualcosa in più a Baku si è visto.
Al termine del Q1 della qualifica del GP di Baku non credevo ai miei occhi. Ritengo Charles Leclerc il miglior giovane pilota in assoluto della F1. Ma vederlo con l’Alfa Sauber in undicesima posizione era qualcosa di sensazionale per un corridore che guida una macchina solitamente qualificata nelle ultimissime posizioni dello schieramento. E mi è venuto alla mente un’intervista nella quale Cesare Fiorio si chiedeva come mai la Ferrari non avesse dirottato sull’Alfa Sauber Antonio Giovinazzi ma un pilota monegasco con esperienza inferiore a quella dell’italiano. In quel momento, Fiorio dimenticava forse che Leclerc è campione in carica della formula 2 e che nel 2017, nel corso nei test di Budapest, aveva guidato la Ferrari con risultati eccellenti.
Approdato al Q2 della qualifica del GP dell’Azerbaijan, Charles Leclerc non aveva chances di passare al Q3 dove i dieci migliori piloti si disputano la pole position. Cosicché si è dovuto accontentare del quattordicesimo posto, che lo farà partire in settima fila. Ottima per la monoposto che guida, segno evidente che sul tracciato cittadino di Baku contano molto le qualità di guida del pilota. E, per la Ferrari, si tratta della prova di aver blindato un giovane pilota facendogli fare gavetta in una squadra minore per poi trasferirlo nell’Olimpo delle monoposto.