F1, Morosini in pista: il muretto fa felice la Mercedes, prima fila con Hamilton e Bottas

L’acqua l’ha fatta da giudice nella qualifica del GP d’Ungheria. Un Q3 che sembrava scontato visto che nel Q2 Sebastian Vettel e la sua missilistica Ferrari avevano fatto capire di non temere rivali. Nel Q3 la sorpresa arrivata da una giusta decisione del muretto Mercedes che ha mandato in pista Hamilton e Bottas sul finire dei 10 minuti a disposizione dei piloti per giocarsi la pole position
Hamilton in pole position
Hamilton in pole position Foto by Mercedes Formula 1

L’acqua l’ha fatta da giudice nella qualifica del GP d’Ungheria. Un Q3 che sembrava scontato visto che nel Q2 Sebastian Vettel e la sua missilistica Ferrari avevano fatto capire di non temere rivali. Nel Q3 la sorpresa arrivata da una giusta decisione del muretto Mercedes che ha mandato in pista Hamilton e Bottas sul finire dei 10 minuti a disposizione dei piloti per giocarsi la pole position. Sul finire del tempo, la pioggia è diminuita di intensità e le Mercedes hanno avuto una pista più performante tanto da spingere le Ferrari fuori dalla prima fila: Hamilton e Bottas davanti a tutti, soprattutto davanti a Raikkonen e Vettel, Col campione del mondo alla sua sesta pole sul tracciato magiaro. «È stata una sessione molto frenetica – ha spiegato Hamilton – ma abbiamo fatto tutto in maniera perfetta. Quando piove, uscire un minuto prima o uno dopo vuol dire trovare una pista diversa».

La gara, a meno di stravolgimentimeteo, sarà disputata con pista asciutta e Vettel ha spiegato che «in condizioni di asfalto secco si può vincere». Ma l’hungaring è un tracciato in cui superare non è facile anche per un missile com’è attualmente la SF71H: quindi Vettel, e Raikkonen, non dovranno commettere errori sia nella scelta della tattica di gara (partenza con gomme ultrasoft e poi soft) sia nella decisione dei sorpassi. In qualifica forse il management Ferrari ha avuto eccessiva fiducia, magari non controllando sino alla fine gli avversari Mercedes. Quando piove gli avversari che lottano per il mondiale devono marcarsi a vicenda. Quindi Vettel e Raikkonen avrebbe dovuto entrare in pista subito dietro Hamilton e Bottas e non prima: avrebbero trovato lo stesso asfalto bagnato dei loro avversari.

Per la gara potrei prevedere che il tattico di Maranello possa mandare Raikkonen subito all’arrembaggio, per superare Bottas e attaccare Hamilton per cercare di sorpassarlo e rallentarlo in attesa che Vettel faccia le stesse cose. Ma questa è solo una mia ipotesi, perché la gara di Budapest è sempre molto difficile per chi parte dietro, attesa con grande trepidazione dai tifosi ferraristi. Fallisse, o sbagliasse, ancora una volta, Sebastian Vettel vedrebbe le porte del mondiale aperte di un solo piccolissimo spiraglio.

Una delusione me l’ha procurata la Red Bull, arrivata in Ungheria per rivendicare un ruolo da protagonista: con Ricciardo che non ha partecipato neppure al Q3, mentre Verstappen si è qualificato settimo. Ha sbagliato molto nelle traiettorie ma lui ha dato la colpa alla vettura. «Avevo sperato nella pole, con l’acqua. Invece partirò in quarta fila. Ma con la pista asciutta si può anche vincere», ha detto l’olandese. E francamente le sue parole mi hanno stupito. Anche perché i cugini di Faenza, Gasly e Hartley con le Toro Rosso, partiranno uno davanti e uno immediatamente dietro al giovane Max.