F1, Morosini in pista: Hamilton detta legge, Alonso appende il casco al chiodo. E si pensa già al 2019

Se c’erano dubbi su chi fosse il vincitore dell’ultima gara ad Abu Dhabi, Lewis Hamilton li ha fugati dall’inizio alla fine del gran premio vincendolo senza alcun problema davanti a Sebastian Vettel.
La Mercedes di Hamilton al Gp di Abu Dhabi
La Mercedes di Hamilton al Gp di Abu Dhabi Foto dalla pagina Facebook della scuderia Mercedes-Petronas

Se c’erano dubbi su chi fosse il vincitore dell’ultima gara ad Abu Dhabi, Lewis Hamilton li ha fugati dall’inizio alla fine del gran premio vincendolo senza alcun problema davanti a Sebastian Vettel. La fotografia di un campionato sul quale la Ferrari avrà di certo qualcosa da recriminare in sede di analisi finale. Una fotografia esatta dei valori in campo, soprattutto per quel che riguarda i piloti. Da una parte il neo pentacampione del mondo Hamilton, perfetto nell’andamento di un campionato in cui non ha mai commesso errori, approfittando anzi di quelli dei rivali anche quando la sua Mercdes si è trovata in situazione di inferiorità. Dall’altra un Vettel che s’è mostrato vero campione solo a tratti, che ha commesso errori fondamentali tali da costringerlo non solo alla resa anticipata nella corsa al campionato ma probabilmente alla rinuncia del quinto titolo mondiale da mettere in bacheca.

Una gara noiosa

È stata, quella di Abu Dhabi, una gara semi-noiosa ravvivata solo da qualche momento molto emozionante. Innanzi tutto un incidente fra Grosjean che ha stretto troppo l’ingresso in curva urtando la Renault di Hulkenberg: la monoposto si è alzata, ha piroettato in aria ricadendo contro il guard rail capovolta. I commissari l’hanno rimessa diritta e Hulkenberg è uscito illeso dall’abitacolo: una dimostrazione in più di quanto siano ben costruite le monoposto e ben dotate nei dispositivi di sicurezza (soprattutto i roll-bar). E poi un paio di sorpassi con tocco da parte di Max Verstappen, prima su Ocon e poi su Bottas. Però il pilota olandese ha mostrato, via via col passare delle gare, maggiore riflessione nelle sue condotte di gara eliminando l’aggressività più nociva, quella che a volte lo ha portato ad errori che la Federazione gli ha perdonato con eccessiva “misericordia”. Ma Verstappen è un pilota vero, destinato a una grande carriera. Se Red Bull e Honda nel 2019 saranno in grado di dargli una macchina competitiva Hamilton, Vettel, Ricciardo & C. avranno di che temere e noi di che divertici.

Ciao Fernando

Sul circuito arabo si è conclusa in Formula 1 la carriera di Fernando Alonso, 37 anni e due titoli mondiali. Un addio celebrato da Hamilton e Vettel in modo molto più divertente della gara che avevano appena terminato. Un addio al quale un altro campione del mondo, Kimi Raikkonen, alla sua ultima gara in Ferrari, non ha potuto partecipare per via di un motore che s’è fermato all’improvviso privandolo probabilmente del podio. Hamilton, dopo il giro d’onore insieme a Vettel, ha fatto cenno ad Alonso di non rientrare al box ma di seguire per un ulteriore giro d’onore a un grande campione. E alla fine di quel giro, i tre campioni del mondo hanno improvvisato un fumoso girotondo che ha mandato in visibilio il pubblico.

La nuova stagione: i test

Ad Abu Dhabi si è concluso il mondiale 2018, sul circuito di Abu Dhabi da domani comincerà la stagione 2019 con una due giorni di test in cui le squadre daranno inizio ai primi sviluppi della macchine che vedranno la luce nei test invernali di Barcellona fra un paio di mesi. Alcuni piloti cambieranno casacca, e cominceranno in test con la nuova squadra. In primis Charles Leclerc che farà il salto di qualità più importante, dalla Sauber Alfa alla Ferrari. Poi, Daniel Ricciardo che nel 2019 sarà alla Renault insieme a Nico Hulkenberg: l’italo-australiano rileverà Sainz ingaggiato dalla McLaren al posto di Alonso, mentre in Red Bull andrà il francese Gasly. Antonio Giovinazzi, titolare di un volante della Sauber Alfa Romeo avrà come capitano, appunto, Kimi Raikkonen che ha accettato un contratto biennale con l’obiettivo di lanciare in alto la macchina svizzera patrocinata dall’Alfa Romeo che disporrà ovviamente dei motori Ferrari. E, ritorno importante in formula 1, Robert Kubica tornerà al volante della Williams dopo il grave incidente nel rally di Andora nel 2011: non è un mistero che il pilota di Cracovia ha preferito tornare in pista con la scuderia che dettato legge per lunghi tratti in passato (7 titoli piloti e 9 costruttori) rifiutando l’offerta della Ferrari di guidare al simulatore lo sviluppo della monoposto 2019.