Drastici tagli ai trasferimentiRegioni e Comuni in ginocchio

Un capitolo del decreto sulla spending review riguarda gli enti territoriali. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 (e di 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013) i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale.
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Monza – Un capitolo del decreto sulla spending review riguarda gli enti territoriali. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 (e di 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013) i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale.

La ripartizione tra le Regioni della riduzione sarà determinata dalla Conferenza Stato-Regioni, considerando la virtuosità e gli eccessi di spesa di ciascuna Regione rilevati dal Commissario straordinario per la spesa pubblica, Enrico Bondi. Analoghe misure sono previste nei confronti dei Comuni e delle Province. Per questi la Conferenza Stato Città provvede alla ripartizione della riduzione dei trasferimenti.

Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013. La partecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica avviene, secondo modalità stabilite in attuazione dei rispettivi statuti, per un importo di 500 milioni di euro per l’anno 2012, di 1.000 milioni di euro per l’anno 2013 e di 1.500 milioni di euro a decorrere dal 2014 (prevedendo, in fase di prima applicazione, un accantonamento annuale a valere sulla compartecipazione ai tributi erariali, sulla base di un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni).

Inoltre, si riduce ulteriormente il limite entro cui gli enti territoriali possono procedere alla spesa per assunzione di personale e si pone il divieto per le Province di assumere personale a tempo indeterminato, fino a che non sarà data attuazione alla riduzione e razionalizzazione delle Province stesse.