Avevo giudicato indecifrabile, dal risultato delle qualifiche, lo sviluppo del GP d’Austria. Ho avuto ancora una volta ragione perché al 53.mo dei 71 giri in programma i risultati delle prove ufficiali erano totalmente cambiati. In quel momento, Lewis Hamilton era costretto al box per un nuovo cambio gomme perché le sue soft si erano sfaldate dopo pochi giri dal primo cambio. Molto avanti, al 14.mo giro, si era fermato Valtteri Bottas col motore fumante.
La gara, nel momento del secondo cambio gomme di Hamilton diventava un duello fra la le Red Bull di Verstappen e Ricciardo, la Ferrari di Raikkonen, la Mercedes del campione del modno e la Ferrari di Vettel. Il GP d’Austria aveva cambiato fisionomia due volte. Un inizio disastroso per Raikkonen e Vettel, autori di un paio di “larghi” sulle vie di fuga, costretti a rincorrere. Per la verità Raikkonen era finito largo soprattutto perché urtato da Max Verstappen al quale i commissari Fia, in questa occasione con l’ex pilota Derek Warwick, perdonano sempre tutto mentre a Vettel, per un involontario ostacolo a Sainz in qualifica hanno comminato tre posizioni di arretramento in griglia che probabilmente gli sono costate la vittoria. Le Mercedes, che avevano portato un nuovo pacchetto di soluzioni motore-scocca-aerodinamica, viaggiavano tranquille in testa.
Poi una catastrofe, Ricciardo era costretto al ritiro col motore fumante, il pacchetto di sviluppo Mercedes faceva miseramente cilecca al 64.mo giro quando anche Hamilton era costretto a fermarsi in panne: così a memoria non ricordo l’ultima volta di un doppio ritiro delle frecce d’argento. Il che faceva esclamare, dopo la gara, a Maurizio Arrivabene: “Loro parlano tanto di pacchetti di sviluppo e poi? Nei primi dieci del GP d’Austria ci sono sei motori Ferrari: questo vorrà dire qualcosa, no?”.
Col ritiro anche di Hamilton, la gara diventava una questione fra Vertsappen e il djo Ferrari Raikkonen-Vettel. Il finlandese si avvicinava al giovane olandese della red Bull ma non riusciva ad agguantarlo. I tre si presentavano al traguardo per il podio, poi le Haas di GrosJean e Magnussen davanti alle Force India di Ocon e Perez, alla McLaren di Alonso e alle Alfa Sauber di Ericsson e Leclerc.
Una grande vittoria, indubbiamente, quella di Max Vertsappen ottenuto lottando con i denti negli ulti otto giri quando anche le sue gomme avevano cominciato a fare le bizze mostrando le classiche righe nere che indicano il blistering. Tuttavia, a bocce ferme e col senno di poi, io ribadisco che i piloti Ferrari, commettendo alcuni errori sia in partenza sia dopo un paio di chilometri, hanno buttato via la possibile doppietta.
E’ pur vero che Vettel, grazie al ritiro di Hamilton, ha riconquistato con un punto di vantaggio sl pilota inglese il primato nella classifica del mondiale; ed è anche vero che Arrivabene, come ha dichiarato a fine gara, non avrebbe “chiesto a Raikkonen di far passare Sebastian”. Tuttavia, Vettel, non facendo quell’errore, pur involontario che sia, in qualifica sarebbe partito in seconda fila e non in terza dietro a Verstappen, avrebbe potuto scattare come ha fatto Raikkonen e senza il “largo” in curva non avrebbe avuto problemi a stare davanti a Verstappen e a Ricciardo sin dai primi giri.
E col doppio ritiro Mercedes si sarebbe trovato, insieme a Raikkonen in posizione privilegiata. Per non commettere l’errore commesso in partenza, sarebbe stato sufficiente a Seb seguire Verstappen nello scatto iniziale e non allargare per superarlo all’esterno. Ma il senno di poi in formula 1 non conta nulla, perché in una gara automobilistica, qualunque essa sia, conta solo il cronometro che determinano l’rodine di arrivo. E, per quel che riguarda l’Austria, l’ordine di arrivo dice: primo Verstappen, secondo Raikkonen, terzo Vettel. Con Kimi che, sentito lelogio di Arrivabene, sta recuperando qualche punto nel carnet di credenziali per un altra stagione in Ferrari.
Il Circus passa ora immediatamente a Silverstone, per il GP d’Inghilterra previsto per domenica prossima. L’interrogativo principale, che riguarda ovviamente la Mercedes, lo voglio recuperare da un vecchio e famoso film di Alberto Sordi: “Riusciranno i nostri eroi a recuperare l’affidabilità perduta?”.