Contraccettivi e rapporti protettiQuello che i ragazzi non sanno

Rapporti sessuali non protetti, nessuna conoscenza in materia di contraccezione. È questo il ritratto delle giovanissime che dipinge Mariolina Redaelli, responsabile delle sale parto all'ospedale San Gerardo per conto della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma.
Contraccettivi e rapporti protettiQuello che i ragazzi non sanno

Monza – Rapporti sessuali non protetti, nessuna conoscenza in materia di contraccezione. È questo il ritratto delle giovanissime che dipinge Mariolina Redaelli, responsabile delle sale parto all’ospedale San Gerardo per conto della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma. «Di solito se rimangono gravide sono sotto choc -spiega- hanno rapporti non protetti, rifiutano la contraccezione perché pensano che una cosa del genere non possa succedere a loro».
Una posizione non molto diversa da quella delle loro mamme trent’anni fa.«Non vedo un grande cambiamento nelle abitudini sessuali dei giovanissimi- prosegue Redaelli- solo che trent’anni fa una gravidanza a 17 anni faceva più scandalo ». Quello che è cambiato è la disinvoltura con cui si corre ai ripari, assicura il medico monzese. «È impressionante il numero di giovani che si presentano al pronto soccorso ostetrico dopo il fine settimana -prosegue la responsabile- dicono di aver avuto un rapporto non protetto, temono una gravidanza e chiedono la pillola del giorno dopo». In questo caso, molto spesso la famiglia è all’oscuro.
«Se sono minorenni -conclude Redaelli- basta che si presentino accompagnate da un fratello o una sorella maggiorenne che garantisce per loro. Il problema è che la pillola del giorno dopo è un contraccettivo d’emergenza che blocca l’ovulazione con un bombardamento di estrogeni. Ci sono ragazze che ne prendono anche tre in un anno – è la sua conclusione – Significa mandare a pallino le ovaie».