Tre evasi in pochi giorni dalle carceri italiane, dopo il clamoroso caso di Filippo De Cristofaro, il “killer del catamarano” svanito nel nulla il 21 aprile quando sarebbe dovuto rientrare nel carcere di Porto Azzurro, all’Elba, un detenuto di Bollate in permesso premio martedì 29 non si è presentato ai carabinieri per l’obbligo di firma e non ha fatto rientro in carcere: si tratta di un tunisino, Ballouti Moncef, condannato per omicidio. Dovrebbe scontare ancora sei anni di detenzione. Martedì un detenuto marocchino di 39 anni condannato per reati legati a stupefacenti – fine pena nel 2015 – è invece svanito da Monza. Uscito dalla casa circondariale di via Sanquirico per svolgere attività esterna, non si è presentato sul luogo di lavoro.
Otto, con quelli di martedì, i casi di evasione da dicembre: a parte gli ultimi tre, tutti i fuggitivi sono stati catturati. Si tratta di Bartolomeo Gagliano, evaso il 17 dicembre dal Marassi di Genova. Detenuto per omicidio, non rientrò da un permesso premio e fuggì in Francia. Il 20 dicembre è stata la volta di Pietro Esposito, pentito di camorra, in permesso premio e non rientrato nel carcere di Pesca. Il 3 febbraio la rocambolesca evasione dell’ergastolano Domenico Cutrì, “liberato” da un commando che assaltò il furgone che lo stava trasportando a un’udienza, infine il 12 febbraio Giampiero Cattini e Sergio Di Palo, accusati di rapina e furto, fuggirono da Rebibbia calandosi da un muro di cinta con una fune di lenzuola. Sono stati tutti catturati.