Cassina e il bronzo ai Mondiali:"Ora esercizi più difficili"

Cassina e il bronzo ai Mondiali:"Ora esercizi più difficili"

Meda – Nel “The 02 Arena” di Londra, sede dei Mondiali di ginnastica artistica, Igor Cassina per l’ennesima volta ha stupito tutti e, dopo un esercizio ben eseguito, ha vinto la medaglia di bronzo. “Ho sempre dichiarato che mi accontentavo di fare bene il mio esercizio, però, dopo il secondo punteggio in qualifica andar via a bocca asciutta sarebbe stata dura. – spiega il ginnasta – Questo risultato lo dedico ai miei genitori, a mia sorella Mara e al mio allenatore. E poi ai miei sostenitori. E’ una medaglia che mi dà una carica eccezionale per andare avanti. D’ora in poi dovrò lavorare per aumentare la difficoltà del mio esercizio. I miei avversari fanno cose straordinarie e molti di loro propongono il “Cassina”, segno che ho fatto scuola".

Già, il “Movimento Cassina”. All’olimpionico di Atene era capitato di volare già dalla sbarra: il movimento che porta il suo nome si era ritorto contro lui. A 32 anni, invece, ha dimostrato di essere ancora competitivo. “Dopo la delusione di Pechino – racconta Igor – per me era importante tornare sul podio per trovare stimoli per continuare.” In futuro il “maestro della sbarra” per non farsi superare dovrà aggiungere decimi alla sua nota di partenza.

“A Londra abbiamo optato per il singolo avvitamento in uscita – ci spiega Maurizio Allievi – per non rischiare. Salendo per primi, senza sapere cosa avrebbero fatto gli altri era più saggio puntare alla pulizia, piuttosto che fare i matti. Lo hanno dovuto fare gli altri per sorpassarci e a qualcuno è andata bene, complimenti. E’ stata una finale tra sbarristi di classe e l’Italia ha detto la sua. Sono contento per la Federazione e per tutti i tifosi di Igor. E’ un grande campione ma anche un bravo ragazzo.” I primi a complimentarsi con Igor sono stati Petrucci e Agabio, presidenti di Coni e Federginnastica. Dall’Inghilterra sono arrivate note positive per l’esordiente Elisabetta Preziosa e per Matteo Morandi.
Franco Cantù