Agrate Brianza – Evitare i cibi preparati e precotti. È il consiglio dell’Associazione Diritti Utenti e Consumatori (Aduc) per voce del suo presidente Vincenzo Donvito. Alla luce del ritrovamento di carne equina nei ragù di manzo a marchio Star, l’associazione si è messa nei panni del consumatore. «Tante domande vengono in mente – ha scritto Donvito – Che cavalli sono? Forse quelli da corsa la cui macellazione è vietata per evidenti motivi sanitari? Cos’altro c’è in questi intrugli di carne che ci vengono spacciati come manzo o suino? Domande a cui nessun ministero della Salute è in grado di dare soddisfazione, considerata la vastità del fenomeno, in termini di rilevamenti di illeciti e di quantità di consumo dei prodotti. Che deve fare il consumatore? Può solo dare tempo alle autorità di estendere e perfezionare le loro iniziative, e dare tempo alle aziende del settore per rifarsi una credibilità che è ormai perduta. Quindi per il consumatore medio c’è solo la possibilità dell’astenersi dall’acquisto e consumo di cibi e preparati precotti. Nessun consumatore morirà di fame se, invece del dubbio ragù condirà gli spaghetti solo con pomodoro e parmigiano, ma sicuramente ne patiranno molte aziende».
Ma la risposta l’hanno già data gli italiani. Di fronte alla notizia di un allarme alimentare, vero o presunto, il 45 per cento dei consumatori evita di comprare il cibo “contaminato” per un certo periodo di tempo. Un “effetto fuga” che in larga parte è frutto della sfiducia dei consumatori, sempre più disorientati e spaventati dal susseguirsi di scandali e truffe a tavola. Lo afferma la Cia (Confederazione italiana agricoltori).
«Ma la paura a tavola incide pesantemente sui consumi, e lo fa indipendentemente dall’effettiva pericolosità del fenomeno. Un assunto che è valido soprattutto in Italia – osserva la Cia – dove la garanzia di sicurezza alimentare è il criterio al primo posto nelle scelte di acquisto per otto cittadini su dieci. Per questo bisogna stare molto attenti: la truffa commerciale della carne di cavallo spacciata per manzo rischia di creare danni enormi a tutta la filiera cominciando proprio dai nostri allevatori, che già segnalano un crollo delle vendite del segmento del 10 per cento circa da quando è esploso lo scandalo anche in Italia».