Caratese salva all’ultimo minutoLo stadio scoppia in festa

Caratese salva all’ultimo minutoLo stadio scoppia in festa

Carate – A pochi metri di distanza si vota (medie del “K2”), per Europee, Provinciali e a Carate anche comunali. Ma il silenzio che regna ai seggi viene sormontato, improvvisamente, dall’urlo devastante del “XXV Aprile”: sono le 17,46 quando Rocca con un gol straordinario, durante il primo dei cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara, salva la Caratese dalla retrocessione. Lo stadio “esplode” perché più di 1.200 persone, tanti anche da Merate, sono lì ad assistere a quello che è l’ultimo atto del campionato di serie D di quest’anno. Lo stadio è un inferno, scottano oltremodo gli ultimi quattro minuti da disputare, l’arbitro fa fatica ma sbaglia poco nell’estrarre tre “rossi”: segna Rocca che si toglie la maglia, se la toglie anche De Angeli che, già ammonito, viene espulso, Cesana è in trance agonistica, attraversa il campo e viene anche lui espulso, il meratese Gabaglio perde la testa e rifila un cazzotto a Caruso, anche lui sotto la doccia prima del triplice fischio, che arriva come un liberazione per il popolo azzurro.

Sono gare queste che vanno al di là della cronaca, inutile dire chi ha giocato meglio, chi meritava, eccetera: la Caratese rimane in D, questo è ciò che conta. Conta il gol di Rocca, che al minuto 91 su azione da calcio franco ha la lucidità di stoppare di petto in area e poi, come una centrifuga, di girarsi e scaraventare in gol di collo pieno sotto la traversa dell’incolpevole Manzoni. La gara è tutta qua, un episodio, punto e basta. Al Merate sicuramente l’onore delle armi che serve però solo per rimpiangere: è successo anche a Carate, anno 1996 quando a Brugherio gli azzurri persero una gara nei minuti finali condannati addirittura ad una retrocessione diretta. Il trainer azzurro sentito al termine della gara ha voluto dedicare questa salvezza a tutti i presidenti della Caratese succedutosi in un lungo cammino che dura da ben 101 anni. La presidentessa Laura Riva si è limitata a dichiarare: “Io non sono nessuno, ma ho vinto un campionato e ho tenuto in serie D la Caratese per due anni consecutivi”.

Festa grande a Carate addirittura con caroselli a fine gara inscenati a suon di clacson soprattutto dagli stessi giocatori. Sotto la tribuna dello stadio, fra i tanti, il solito striscione, ormai vetusto ed anche un po’ ingiallito, ma pur sempre attuale: “Tegn dur”. Il futuro non lo conosciamo, il presente a Carate se lo godono.
Sandro Manzoni

Caratese 1 – Merate 0
Caratese: Nicoletti, Grigis, Bernareggi (28’ st Caruso), De Angeli, Folcia, Lupi (37’ st Trombetta), Galluccio, Tassoncini (15’ st Musella), Farina, Chimenti, Rocca. Allenatore: Cesana.
Merate: Manzoni, Slanzi, Capetti, Vallefuoco, Ghilardi, Mora (46’ st Ricci), Crippa, Semeraro (34’ st Zamboni), Bosio, Aliotta, Basso La Bianca(26’ st Gabaglio). Allenatore: Scarnecchia.
Marcatori: 46’ st Rocca (Car.).
Arbitro: Fabbri di Ravenna.
Note: 1300 spettatori.
Ammoniti: Grigis, De Angeli, Farina, Rocca, Caruso (Car.), Gabaglio (M.).
Espulsi: Cesana (allenatore Caratese), De Angeli (Car.) e Zamboni (M.). Angoli: 4 a 4.