Besana, addio al faggio centenarioIl simbolo della città ha ceduto

Il faggio pendulo centenario di Besana Brianza ha ceduto. Di notte si è accasciato, lasciando scoperte le radici. Decisive forse le piogge dell'ultima settimana. Lunedì sopralluogo in villa Filippini. E c'è l'idea di conservare il tronco.
Besana, addio al faggio centenarioIl simbolo della città ha ceduto

Besana Brianza – Ai bambini che tanto si divertivano a rincorrersi sotto la sua rassicurante chioma, mamme e papà ora dovranno spiegare che «nonno faggio», il faggio pendulo di Villa Filippini a Besana Brianza – dichiarato albero monumentale d’Italia, malato da anni – nella notte tra domenica e lunedì si è sradicato dal terreno in cui si era sviluppato forte e ponente per duecento anni. Ancora ignote le cause dello sradicamento. Si attende un secondo sopralluogo, lunedì.
Tra le possibili ragioni della fine, le piogge e le radici che non avrebbero più retto sotto il peso del fogliame. Già nell’estate 2011 un fungo aveva provocato il distacco di un grosso ramo. Nonno faggio ha scelto di andarsene di notte, senza testimoni, lui che è stata una prezenza silenziosa e discreta tanto a lungo, delle vite di chi passeggiava sotto le sue fronde, nel cuore del parco di Villa Filippini. Per i besanesi, il faggio era diventato una presenza familiare. Sotto le sue fronde alte quasi trenta metri, i bambini fantasticavano storie immaginarie o assistevano stupiti a rappresentazioni di burattini e giocolieri, i ragazzi si sedevano a leggere libri e gli adulti si scambiavano promesse di amore eterno.

Da qualche anno, infatti, l’amministrazione comunale aveva concesso l’albero monumentale come location per i matrimoni civili. Nel 2009, un agronomo inviato dal sindaco Vittorio Gatti per valutare le condizioni di salute dell’albero, aveva sottolineato la necessità di vietare a bambini e adulti «l’immersione » sotto le fronde del faggio malato.
« Abbiamo la fortuna di avere – spiegava allora Gatti – uno dei più begli esemplari d’Europa: è nostro dovere preservarlo». «E’ una parte di Besana che se ne va – commenta Angelo Viganò, presidente della Pro loco – perché questo faggio era davvero un simbolo per la città e un’attrattiva per chi arrivava da fuori. Un esemplare unico, protetto dai Beni ambientali, sotto la cui chioma ogni besanese si è immerso almeno una volta nella vita».
L’area è stata delimitata con nastro bianco e rosso per impedire di avvicinarsi. Nei prossimi giorni si provvederà alla rimozione del fusto centrale. Restano le sue propagazioni, divenute negli anni veri e propri alberi.

Subito avvisata di quanto successo, l’assessore ai Lavori pubblici Luciana Casiraghi, ha detto: «Mi piacerebbe poter pulire e conservare il vecchio tronco che si è sradicato dal terreno. Sarebbe un modo per conservare la memoria di un simbolo della nostra città, purtroppo malato da tempo.
Alessandra Botto Rossa