Chi dovesse vederlo per la prima volta non noterebbe subito i suoi guasti: troppo emozionante la vista di quello scrigno al termine dell’ala nord per non restare a occhi sbarrati ad ammirare un teatro classico in miniatura.
Un centinaio di posti a sedere, il palchetto reale sopra un podio, il piccolo palco sul fondo che nasconde macchine di scena secolari. Poi, dopo il primo battito di ciglia, le ferite del tempo sarebbero subito lì a raccontare di quanto e da quanto siano urgenti gli interventi di restauro del Teatro di corte della Villa reale. Le parti scrostate degli affreschi lungo le pareti laterali e verso il soffitto e poi quelle macchie biancastre e schiumose che emergono sul lato sinistro della platea non sono che una parte dei lavori necessari.
L’attesa – La svolta sembra vicina: dopo un’attesa “ministeriale” lunga e a volte incomprensibile, i restauri sono quasi pronti per partire. “Quasi” è soltanto un avverbio cautelativo: all’appello non restano che una firma del comando dei vigili del fuoco sui progetti e quindi la gara d’appalto dei lavori, un compito che si assume direttamente il ministero dei Beni culturali. Perché è da lì che arrivano i fondi necessari: un milione e mezzo di euro divisi in due tranche da 500mila e un milione.
La prima parte sarà riservata alle premesse necessarie perché poi il recupero non sia effimero, cioè tutto il lavoro sull’impiantistica del teatrino; la seconda parte riguarderà il vero restauro conservativo di decorazioni e affreschi.
A gennaio – L’obiettivo dichiarato e programmato dal Consorzio Villa reale e parco è gennaio: da quel momento e – stando alle previsioni – per un anno il piccolo gioiello ottocentesco resterà chiuso al pubblico.
La Soprintendenza ai Beni culturali della Lombardia è d’accordo sul salvataggio di tutto quello che fa parte del teatrino, comprese le antiche macchine di scena che corrono sotto il palco, un reperto raro e sensazionale. Il lavoro riguarderà anche il fondale della scena con l’allegoria di Bacco e gli affreschi di Alessandro Sanquirico, già scenografo della Scala. “Per quanto riguarda lo stato di conservazione gli affreschi presentano segni di esfoliazioni superficiali dovute alla risalita di umidità” segnala il Consorzio Villa reale che annota come nonostante l’impressione sia inquietante “lo stato generale non risulta in forte degrado. È possibile ancora intervenire localmente visti i precedenti restauri”.
Gli altri restauri – Il più importante intervento è stato realizzato quarant’anni fa grazie al Rotary Monza, che ha promosso e finanziato i lavori affidati allora a Pinin Brambilla Barcilon.
I lavori avevano permesso allora di recuperare filologicamente alcune parti che erano state trasformate nel tempo, per esempio i disegni della balconata superiore e “i soffitti veri sia del baldacchino che del vano sottostante”, come scrisse poi la restauratrice in un quaderno pubblicato dall’amministrazione comunale di Monza. Anche le decorazioni erano state coperte e compromesse. Da lì si riparte per garantire il teatrino per il suo terzo secolo di vita.