Un nuovo rapporto sostiene che l’insider trading di token era abituale sulla piattaforma di criptovalute Coinbase

Una recente ricerca accademica ha scoperto che l’insider trading era un problema più grave del previsto presso la piattaforma di criptovalute Coinbase (COIN), il che implica che le autorità di mercato che cercano di sorvegliare il commercio potrebbero avere un ulteriore compito da svolgere.

Si stima che l’insider trading sia avvenuto sul 10%-25% delle nuove criptovalute postate su Coinbase tra il settembre 2018 e il maggio 2022, con guadagni di almeno 1,5 milioni di dollari per i responsabili delle transazioni.

Una società come Coinbase che rilascia una criptovaluta può darle prestigio e aumentare significativamente la liquidità, facendo salire il suo valore. Qualcuno potrebbe approfittarne – illegalmente – acquistando una moneta prima ancora che la quotazione sia resa disponibile al pubblico.

In effetti, sono già emerse denunce di front-running presso Coinbase. A luglio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato un ex product manager di Coinbase, suo fratello e un conoscente di frode telematica e insider trading. In quel caso, i tre sono stati accusati di aver generato 1,5 milioni di dollari illegalmente utilizzando token come TRIBE e ALCX.

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La recente ricerca, che gli esperti non hanno ancora esaminato, mostra che il problema era più diffuso di quanto rivelato in quel caso, poiché gli analisti hanno affermato di aver scoperto casi di insider trading che andavano oltre i confini delle accuse di luglio.

Secondo un portavoce di Coinbase, la società prende molto sul serio le denunce di insider trading e si adopera per garantire che tutti gli operatori del mercato abbiano lo stesso accesso ai dati. A tal fine, ha intrapreso iniziative per ridurre la probabilità di segnali tecnologici nella valutazione e nell’implementazione degli asset. La società ha una politica rigorosa nei confronti dei comportamenti illegali e li monitora attivamente, avviando indagini se necessario.

Lo studio ha anche menzionato che il 25 settembre 2018 Coinbase ha modificato la sua procedura di quotazione per consentire una rapida quotazione di nuove risorse, come ha dichiarato CoinDesk all’epoca.

Secondo gli esperti, almeno quattro portafogli di criptovalute sono stati coinvolti in scambi discutibili. La condotta ripetitiva prevedeva che questi portafogli acquistassero monete nelle ore precedenti alla dichiarazione di Coinbase di volerle vendere.

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