Secondo i tribunali cinesi, la criptovaluta è una proprietà digitale considerata legale

Un tribunale intermedio cinese ha recentemente confermato il verdetto di un tribunale di grado inferiore che riconosceva il Litecoin come una proprietà digitale disciplinata dalla Costituzione dello Stato. Il tribunale ha osservato che le leggi amministrative applicabili nel Paese vietano solo la trasmissione o l’uso della moneta digitale come valuta. La decisione del tribunale di Pechino è arrivata in risposta a un ricorso del cittadino cinese Ding Hao, che aveva chiesto di annullare la decisione di un precedente tribunale in un caso in cui era sospettato di non aver restituito 33.000 Litecoin (LTC) come concordato con Zhai Wenjie.

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Hao ha però sostenuto che la magistratura di grado inferiore ha sbagliato a pronunciarsi a favore di Wenjie, facendo riferimento alle norme pubblicate dalla Banca della Cina e da altri ministeri collegati che affermano che la valuta digitale non è legalmente protetta. Inoltre, Hao ha tentato di dipingere il suo contratto di prestito con Wenjie come un “finanziamento di una condotta vietata dalla legge”, per cui la legge non dovrebbe tutelarlo. Tuttavia, nel respingere le richieste di Hao, la giuria intermedia cinese ha sottolineato che le leggi citate dall’imputato sono solo “opinioni legali” che non diminuiscono la sua responsabilità.

Per quanto riguarda la criptovaluta, il tribunale ha concluso che, sebbene l’LTC sia una “valuta di rete”, manca di importanti qualità valutarie come “la validità del pagamento e l’obbligatorietà”. D’altra parte, la criptovaluta ha le caratteristiche di una proprietà digitale e il giudice stabilisce che Wenjie è soggetto ai privilegi del possesso di tale proprietà. Di conseguenza, il tribunale intermedio ha ordinato che il verdetto del tribunale inferiore sia confermato e che Hao debba rimborsare a Wenjie i 33.000 LTC non pagati.

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